
Il cane Dea dopo la brutta avventura in acqua La famiglia adottiva ha potuto riabbracciarla
Paderno d’Adda (Lecco) – È stato un attimo, appena ha visto l’acqua, Dea si è divincolata dal collare e si è tuffata. Prima i vortici nel canale l’hanno inghiottita, poi, quando è riemersa, la corrente l’ha trascinata via. Papà Alberto e il “fratellone” Alessandro hanno provato a rincorrerla, ma l’Adda correvano troppo forte. Quella che doveva essere una giornata di divertimento a pescare oggetti metallici con un magnete nel fiume a Paderno d’Adda, si è così trasformata in un incubo ad occhi aperti. Per fortuna Dea, papà Alberto, il fratellone Ale hanno incontrato Fiorenzo Mandelli, il cicerone dell’Adda, e Riccardo Sangalli, custode della centrale idroelettrica di Cornate d’Adda, 6 chilometri più a valle, dove Dea è stata ritrovata e recuperata bagnata fradicia, terrorizzata, allo stremo delle forze ma viva, quasi un miracolo.
Dea è una cucciolona di meticcio di un anno. Papà Alberto Quadri, 45enne di Terno d’Isola, e suo figlio Alessandro di 9 anni, l’hanno adotta in un canile. “L’altro pomeriggio siano andati lungo l’Adda a Paderno – racconta Paderno -. Nemmeno il tempo di incamminarci, che Dea si è buttata nel canale di derivazione che alimenta la centrale idroelettrica più a valle... Abbiamo provato a ricorrerla, ma non l’avremmo mai raggiunta”. Anche perché poi il canale scompare in un tratto sotterraneo. Alberto e Ale durate i concitati momenti hanno per fortuna incontrato Fiorenzo Mandelli, volontario che accoglie i visitatori dell’antica chiesetta di Santa Maria Addolorata: giusto il tempo di spiegare l’accaduto, che lui ha telefonato a Riccardo Sangalli, incaricato di quel tratto di impianto di canale e chiuse.
“Ha mollato tutto, ci ha raggiunto, caricato sulla sua auto e portato il più in fretta possibile, attraverso una stretta strada sconnessa, fino al bacino di alimentazione della centrale”. Dea era lì, avvinghiata come poteva alle paratie, sfinita, dopo essere stata trascinata dalla corrente anche in un tunnel buio e asfittico. “Un turbinio di emozioni – confida papà Alberto -. Paura, angoscia, smarrimento. Ma soprattutto incredulità stupore, gioia, per il lieto fine, l’aiuto inaspettato di Fiorenzo e Riccardo. Un’esperienza che ha rafforzato il legame con il mio Ale e la nostra Dea”.