Chi è Letizia Moratti, candidata alle elezioni regionali in Lombardia

Presidente della Rai e ministra dell'Istruzione, è stata anche la prima sindaca donna di Milano. Tornata in politica in Regione, dopo anni di impegno nel sociale, corre con il Terzo polo di Calenda e Renzi

Letizia Moratti, manager e politica, è stata presidente della Rai negli anni ‘90, durante il primo governo Berlusconi, e poi ministra dell’Istruzione dal 2001 al 2006, nel secondo e nel terzo esecutivo dei quattro guidati dal Cavaliere. È stata la prima sindaca donna di Milano, dal 2006 al 2011 con la coalizione di centrodestra. Nel frattempo, ha guidato per un anno News Corp Europe (gruppo Murdoch), e fatto parte di advisory board e fondi, anche in rappresentanza della famiglia del marito Gian Marco Moratti (scomparso nel 2018), insieme al quale ha sostenuto la Comunità di San Patrignano dai suoi inizi, negli anni Settanta.

L'impegno nel sociale

Un impegno sociale al quale si sono aggiunti, negli ultimi anni, la creazione dell’associazione Genesi, che promuove la difesa dei diritti umani attraverso l’arte, e la fondazione E4Impact, che sostiene la formazione di imprenditori in Africa in collaborazione con le università di 20 Paesi. Tra il 2016 e il 2020 Moratti è stata in Ubi Banca, prima come presidente del Consiglio di gestione e nell’ultimo anno e mezzo come presidente.

Il ritorno in politica

Torna in politica, quasi dieci anni dopo essere stata sconfitta alle comunali di Milano da Giuliano Pisapia, a gennaio 2021, cooptata come vicepresidente e assessora a Welfare della Regione Lombardia per ripulire l’immagine dell’istituzione devastata dal primo anno di pandemia; conduce con successo la campagna di vaccinazione massiva dal coronavirus e firma, col governatore Attilio Fontana, l’ultima riforma della sanità che contiene la messa a terra delle nuove strutture territoriali, come Case e Ospedali di comunità, finanziate dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

Gli attriti con Fontana

A gennaio 2022 il centrodestra inserisce il suo nome nella rosa delle candidature per il Quirinale, ma nei mesi successivi gli attriti con la Giunta Fontana s’intensificano, sino allo strappo a fine giugno: il governatore leghista uscente, prosciolto per il "caso camici", non ha ancora sciolto la riserva ma il segretario federale del Carroccio Matteo Salvini ne ha già auspicato la ricandidatura quando Moratti, con un’intervista a Radio Lombardia, annuncia d’aver dato la propria disponibilità a correre come presidente della Regione e di "attendere un segnale" dalla coalizione di centrodestra.

Rete civica e stoccate

Il segnale non arriverà, Fontana a Ferragosto annuncerà la sua ricandidatura, i leader del centrodestra rinvieranno la decisione dopo le politiche di settembre. La vicepresidente, già impegnata nella costruzione di una "rete civica" a sostegno della sua candidatura, pochi giorni dopo il voto che vede la Lega doppiata da Fratelli d’Italia anche nella natìa Lombardia vibrerà l’affondo con un’intervista su Rai 3, spiegando d’aver accettato l’incarico in Regione "con l’impegno parallelo di un passaggio del testimone a fine legislatura".

Dimissioni e candidatura

Fontana smentisce e dice che "s’è incrinato il rapporto di fiducia", riservandosi una "decisione definitiva" dopo "un confronto con i leader del centrodestra" che però, in quel momento, sono impegnati nella formazione del nuovo governo. La decisione la prenderà Letizia Moratti il 2 novembre, dimettendosi dai suoi ruoli in Regione in polemica con i primi provvedimenti del Governo Meloni sui condoni ai no vax. Qualche giorno dopo, annuncerà la sua candidatura con la sua lista civica e il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi.