ENRICO CAMANZI
Editoriale e Commento

Diciassette anni e uccidono: perché?

Per capire le azioni violente dei giovani, dobbiamo provare a capire le ragioni che stanno loro dietro

Ricordo della vecchia copertina di un settimanale di approfondimento, risalente agli anni di piombo. Le immagini di alcuni giovanissimi terroristi e il titolo, sbigottito a fronte di un fenomeno spiegabile solo in parte con il clima di tensione politica: “Diciassette anni e sparano: perché?”. Quasi cinquant’anni dopo il nostro disorientamento è simile di fronte a fatti di cronaca nera che, sfumata la matrice terroristica, ci lasciano solo l’orrore. È successo a Paderno Dugnano. Succede a Cesano Maderno. Succede a Viadana. Succederà ancora. Eppure qualche filo dobbiamo provare a tirarlo. E se da una parte viene naturale sperare che tutti noi si sia capaci di insegnare ai nostri figli e figlie che la violenza non è mai soluzione ad alcuna pulsione, dall’altra viene ancora più naturale affermare che quasi nessuno è riuscito finora a comprendere rabbia, disagio e confusione della nuova generazione. Sostenere che queste esplosioni di violenza siano “senza motivo” è solo un’assoluzione per la generazione che la precede.