Maiale ecologico. Maiale titolare. Maiale decorativo. Ma sempre maiali. Così il comico Francesco Salvi ha definito, durante uno spettacolo satirico a Desio, i membri eletti del Comune brianzolo. Un epiteto che il comico ha affibbiato tanto alla nuova amministrazione, di destra, quanto alla vecchia, di sinistra (rispettando quindi pedissequamente la par condicio). Il pubblico si è fatto delle gran risate. Chi non l’ha presa bene è stata l’ex vicesindaca della città – membro del Partito democratico – la quale ha definito lo spettacolo “deplorevole e lesivo della dignità delle istituzioni” e si è precipitata a mettere nero su bianco un’indignata e urgentissima interrogazione per il Consiglio comunale. Vallo a spiegare, direbbe Forattini, il diritto di satira ai politici. Varrebbe forse la pena di imparare la lezione di Giulio Andreotti, che di fronte ai soprannomi affibbiatigli in tanti anni – vedi: il Gobbo, la Volpe, l’Uomo-delle-tenebre, Belzebù – non ha mai sporto querela perché “possedeva senso dell’umorismo”. D’altronde, si sa che il senso dell’umorismo pare ormai piuttosto latitante nella sinistra. Moretti escluso, ovviamente. E magari pure Bersani.
Editoriale e Commento“Politici maiali”
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