Il regolamento della federazione internazionale di atletica vieta l'utilizzo di cuffie e auricolari per ascoltare la musica in gara. Lo chiamano doping psicologico. La musica cioè sarebbe in grado di alterare le prestazioni dei corridori, di farli andare più veloci senza sentire la fatica.
I giudici della Cassazione devono essersi in qualche modo ispirati a questa regola nel vietare l’ascolto di musica neomelodica a Tonino o’ Pazz (Antonio Luongo), in carcere con 41 Bis a Opera per tre omicidi. “Racconta di contesti malavitosi e di contrapposizione anche aperta ai poteri dello Stato” – dicono i giudici – e quindi violano il principio della rieducazione. Quindi niente Tommy Riccio (“Nu latitante e na foglia int’o viento”), niente Enzo Savastano (“Un latitante è una nuvola persa nel blu”) e soprattutto niente Nello Liberto e versi come “Il capoclan è un uomo serio, che non è davvero cattivo. Se ha sbagliato è stato per necessità, ci dà il rispetto e noi dobbiamo rispettarlo”. Luongo potrà sempre ripiegare su qualche trapper milanese, anche se meno romantico.