ARNALDO LIGUORI
Editoriale e Commento
Editoriale

Valle a spiegare, le mamme ai bambini

Ci sono tre bambini a Milano che hanno due mamme ciascuno. I bambini, beninteso, sanno com’è fatta una mamma: è quella che ti veste, ti nutre, ti fa addormentare, ti tiene la mano quando hai paura, ti cura quando ti ammali e ti sgrida quando fai qualche stupidaggine.

Ai bambini, che non conoscono la complessità del mondo dei grandi, pare così ovvio. Mica sanno che ci sono magistrati titolati molto più di loro a stabilire chi è, e chi non è, la loro mamma.

Giovedì la Procura di Milano si è opposta di nuovo alla trascrizione del riconoscimento dei figli di tre coppie di donne, nati all’estero tramite procreazione assistita. La prima volta, lo scorso giugno, il Tribunale civile aveva dato ragione alle madri. Ora la Procura ha presentato un ricorso presso il Tribunale di grado superiore: la Corte d’Appello.

Se la Procura dovesse vincere, la madre non biologica verrebbe legalmente cancellata dalla vita del bambino. Diventerebbe, per la legge, un’estranea: non potrà andare a prenderlo a scuola senza una delega, né prendere decisioni d’urgenza se lui finisse all’ospedale, né occuparsene in caso di impedimento o di morte della madre biologica.

Quel bambino magari continuerebbe pure, impertinentemente, a chiamarla mamma, a dispetto della sapiente, inoppugnabile e minuziosa opera della giustizia. Ma non v’è dubbio che, in quel caso, c’è chi si premurerà di correggerlo. Non sia mai che un bambino sappia più cose di un magistrato.