C’è un modo di dire milanese che recita “Piutost che nient l'è mej piutost”. Insomma, chi si accontenta gode. Ma ci risulta difficile immaginarli così, goderecci, i pendolari che usano tutti i mezzi pubblici lombardi per andare al lavoro o a scuola, di fronte alla buona notizia che a settembre non scatterà l’adeguamento del prezzo dei biglietti o degli abbonamenti.
Perché a scongiurare i rincari è il generale peggioramento della qualità del servizio del trasporto pubblico. Sono risultati negativi ben tre indicatori sui quattro presi in considerazione per quantificare e ponderare l’eventuale rincaro. E dunque, prezzo fermo ma qualità sempre più scadente: sempre meno corse (mancano i conducenti), ritardi e cancellazioni, che rendono l’uso di metro, bus e treni non una scelta ecologica ma una specie di voto di penitenza.