Occhio lungo, botta di fortuna o abilità nel monitorare il mercato dell’arte? Una società luganese specializzata nella compravendita di opere acquista all’asta un ritratto su tavola di San Pietro rivelatosi successivamente a firma di Vincenzo Foppa, maestro del Rinascimento lombardo. Il prezzo spuntato? Duemila euro e spiccioli a fronte di un valore di vendita di 300mila dollari. Mentre i professionisti elvetici si sfregavano le mani, il ministero della Cultura italiano blocca la vendita invocando l’interesse nazionale. Il privato si rivolge al Tar, che dà ragione al governo. Il dipinto, per ora, è fra color che son sospesi. Proprietà rossocrociata, “diritto all’utilizzo” italiano. Se Atene piange, Sparta non ride verrebbe da dire. Una possibile soluzione, così come ventilata dalla società svizzera, starebbe nella vendita a un museo dello Stivale. Un pareggio salomonico che potrebbe accontentare tutti.
Editoriale e CommentoIl San Pietro conteso
Il San Pietro conteso
Duello al confine fra una società svizzera e lo Stato italiano: sul piatto un’opera d’arte “mascherata”
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