Non è direttamente colpa mia, ma io sono il presidente della società e, di fronte a un caso così eclatante non posso far finta di niente: mi dimetto. Questo, in estrema sintesi, il ragionamento alla base della lunga lettera con cui Bernardo Notarangelo, presidente Milano Ristorazione, si è dimesso in seguito all’episodio della vite nel panino di un alunno delle elementari. Un gesto doveroso ma tutt’altro che scontato, nella società dello scaricabarile che siamo diventati, in cui è sempre colpa di qualcun altro, soprattutto se sta sotto di noi nella scala gerarchica, perché fare carriera ben venga ma le responsabilità le lascio volentieri ad altri. Notarangelo, invece, ha dimostrato di avere presente che il comando comporta onori e oneri. Era il numero uno di Milano Ristorazione e da numero uno se n’è andato. Chapeau.
Editoriale e CommentoIl coraggio delle dimissioni