CECILIA DANIELE
Editoriale e Commento
Editoriale

I tempi cambiano

Fino a qualche anno fa il sesso del nascituro veniva comunicato al resto del mondo senza troppi fronzoli: un semplice “è un maschietto/è una femminuccia” annunciato a genitori prima e parentado poi e il gioco era fatto. Oggi i tempi sono cambiati ed è sempre più diffusa l’abitudine, molto in voga nei Paesi anglosassoni e latini, di far conoscere a tutti il sesso del bebè (ignari genitori compresi) con un evento ad hoc: il gender reveal party. 

Come funziona? Le opzioni sono infinite (e spesso ampiamente documentate sui social): dalle torte con ripieni colorati (la scelta più “low profile”), passando per i palloncini rosa o blu che escono a sorpresa da una scatola aperta dai futuri mamma e papà (come avvenuto di recente in una affollatissima piazza Duomo a Milano) fino ai fuochi d’artificio a tema. Insomma, chi più ne ha, più ne metta.

Ovviamente è tutta una questione di gusto e sensibilità personale: c’è chi (come la sottoscritta) continua a preferire la “vecchia scuola” e chi vede in queste cerimonie un’opportunità per rendere ancora più magico un momento già di per sé speciale. Comunque la pensiate una cosa è certa: in fondo, nel mare magnum del web, i gender reveal party rappresentano un momento di gioia condivisa. E un po’ di leggerezza non ha mai fatto male a nessuno.