Per fortuna si trattava di un “cucciolo” inerte di soli 60 centimetri, ancora lontano dalle dimensioni adulte che ne quadruplicano la lunghezza, facendone un minaccioso predatore. Basta il nome, boa constrictor, a evocarne la pericolosità. Ma un contro è vederlo immortalato su un libro o, al limite, dietro la vetrata di un rettilario, un altro è trovarselo di fronte sotto casa come avvenuto nei giorni scorsi a Cusano Milanino. Adulto o meno, un incontro da mettere i brividi quello con l’ofide, probabilmente ancor più spaventato. Che sia fuggito al suo proprietario o che quest’ultimo se ne sia liberato incautamente, la sostanza non cambia: i serpenti cambiano pelle, gli stupidi e gli incoscienti no.
Editoriale e CommentoGiro di boa