FABRIZIO LUCIDI
Editoriale e Commento
Editoriale

Attenti genitori. Nel calcio sogni e passione non si pagano

Settembre, tempo di ritorno tra i banchi e nelle scuole… calcio. Migliaia di bambini, nelle loro camerette, stanno già immaginando l’incontro dopo le vacanze con gli amici della squadra, i primi calci su un prato, la bella atmosfera dello spogliatoio, le risate e le sfide a fine allenamento. Sogni e passioni troppo belli e puri, quelle dei bambini, per essere rovinate dal vil denaro. Perché il problema, troppo spesso, siamo noi genitori. Che invece del divertimento e basta, auspichiamo premature carriere da professionisti ai nostri figli. Lo vedi negli occhi ardenti e dalle parole convinte di troppi adulti: mentre guardano allenamenti e partite dei piccoli, sognano di riscattare le proprie delusioni (nello sport, nella vita) con una carriera milionaria del figlio. Sogni legittimi, per carità. Ognuno spera il meglio per il sangue del proprio sangue. Ma quando sentimenti sbagliati inquinano la sana passione per lo sport, c’è sempre chi ci lucra. E allora spuntano i procuratori sulle gradinate, tra i genitori. Come nelle avventure di Pinocchio, il Gatto e la Volpe di turno tentano di agganciare noi genitori-burattini, raccontando che basta seppellire qualche centinaio di euro sotto terra per veder poi spuntare milioni sui rami di un albero. Ebbene, cari genitori, è ora di capire che non esiste alcun campo dei miracoli. Il regolamento parla chiaro: non esistono provini a pagamento. E in attesa della chiamata di un club che forse non verrà mai, godetevi le partitelle dei figli, i loro sorrisi, i loro sogni. Non inquinateli con i vostri miraggi.