C'erano una volta gli italiani emigrati all'estero con le poche cose in una valigia, tanti sogni nel cassetto e la nostalgia di casa. Oggi, in un mondo sempre più globalizzato, non è più così: si espatria, è vero, perché fuori dai nostri confini ci sono più occasioni di lavoro, il merito conta e, soprattutto gli stipendi sono più alti, le occasioni più ghiotte, la burocrazia pressoché inesistente, specie se paragonata a quella italica, che nessun Governo ha ancora minimamente scalfito. Basterà dunque alla Regione istituire la Giornata dei lombardi nel mondo e premiare una volta all'anno colui che si è contraddistinto nel portare il nome della Lombardia in altri paesi e continenti, magari continuando a cucinare la pastasciutta e a fare il caffè espresso, per riportarne qualcuno a casa? Facendo leva sull'Italia bella? E poi la casa non è dove c'è il cuore? Forse, per farci una pubblicità indiretta, dovremmo trovare un 'George Clooney born in Lombardy', accasato negli Stati Uniti e paparazzato ovunque. Tipo Sophia Loren, alias Sofia Scicolone, ma di Milano. Intanto accontentiamoci di 'valorizzare cultura e identità lombarda', sviluppando progetti, favorendo la 'mobilità' da e per l'estero, col supporto di università e associazioni di conterranei d'Oltralpe.
Editoriale e CommentoA.A.A. Ambasciatore lombardo cercasi
A.A.A. Ambasciatore lombardo cercasi
Puntiamo su un George Clooney lombardo, una Sophia Loren milanese
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