Nascono le scarpe per le mucche: affare per l’ambiente e le cascine

Lainate, dagli scarti dei calzaturifici la “cura“ per i problemi dei bovini. Risparmi da 400 euro a capo

Alessandro Trentini, fondatore e direttore tecnico della Idea Plast

Alessandro Trentini, fondatore e direttore tecnico della Idea Plast

Lainate (Milano) - L’idea di ricavare dagli scarti della produzione di scarpe degli speciali zoccoli per le mucche è la soluzione a un doppio problema. Quello, da un lato, di trattare una patologia che colpisce fino al 40% dei bovini costretti a zoppia e rappresenta la terza causa di perdita economica per gli allevatori di bovini da latte, stimata in circa 400 euro per ogni capo. E dall’altro lato, la necessità nel mondo del calzaturiero di risolvere il problema dell’eccesso di scarti plastici, di gomme e materiali sintetici, come quelli utilizzati per la produzione delle scarpe antinfortunistiche, difficili da riciclare e diretti solitamente a termovalorizzatori e discariche, con costi per le aziende e l’ambiente. Da qui le «Cow Shoes» realizzate in plastica riciclata, pensate da Idea Plast, azienda lombarda con sede a Lainate, in provincia di Milano che in Italia dal 2000 progetta e realizza oggetti, manufatti e arredi urbani in plastica.

Un esempio di economia circolare che vede impegnati più attori: Assocalzaturifici, Aral (Associazione Regionale Allevatori della Lombardia), Punto3 di Ferrara e Idea Plast. Il progetto, sostenuto con il finanziamento di un bando di Regione Lombardia, che ora è in fase di sviluppo, a livello europeo potrebbe interessare un mercato di oltre 30milioni di capi. Si parla di bovini doloranti, con una andatura alterata a causa di uno stimolo doloroso che colpisce soprattutto le zampe posteriori. Con la nuova suola pensata per lo zoccolo della mucca, l’animale sarebbe aiutato a soffrire meno: in sostanza la calzatura in materiale plastico contrasta l’abrasione della membrana cheratogena sottostante all’unghione e può aiutare l’animale ad evitare per esempio lesioni nelle aree critiche e al tempo stesso a sopportare meglio il proprio peso. 

«Trasformare qualcosa che abbiamo scartato in un qualcosa di nuovo e riutilizzabile rappresenta un forte messaggio sociale, perché ci fa capire come una corretta gestione dell’intera filiera dalla produzione al recupero fino al riutilizzo, possa trasformare la plastica da rifiuto in risorsa», spiega Alessandro Trentini, fondatore e direttore tecnico di Idea Plast. «Crediamo molto in questo progetto - chiosa Trentini - perché oltre a far dialogare settori che forse mai avrebbero immaginato di poter entrare in contatto, rappresenta per l’Italia una novità assoluta e conferma la centralità dell’attività di Ricerca e Sviluppo nella ricerca di soluzioni che consentano di trasformare un problema in una opportunità, col valore aggiunto di orientarla ai valori della sostenibilità».