Se la proposta svizzera di dimezzare la franchigia esente da Iva per gli acquisti effettuati all’estero, portandola da 300 a 150 franchi, è ancora tutta sulla carta e in ogni caso non entrerà in vigore prima del 2025, è invece realtà da oggi, giovedì 1 febbraio, il rimborso dell’Iva italiana ai cittadini elvetici ‘pendolari dello shopping’ già a partire da 70 euro, contro la soglia precedente di 154 euro.
Un provvedimento, quest’ultimo, che va a favore degli esercenti italiani che invece avevano manifestato timori nei confronti della prima proposta. E infatti i due provvedimenti sono praticamente speculari e, non a caso, il primo è stato proposto da Berna mentre il secondo da Roma. Che in realtà non lo ha fatto pensando alle zone di confine ma al turismo in generale, voce molto importante per il Pil italiano; tuttavia, nella quotidianità l’entrata in vigore della nuova soglia per gli acquisti tax free, inserita nella Legge di bilancio 2024, impatta soprattutto nei territori di frontiera, a maggior ragione se confinanti con Stati più ricchi - e più cari – come la Svizzera.
In Canton Ticino sono quindi emersi alcuni mal di pancia, soprattutto da parte dei commercianti che temono un esodo di clienti verso i ‘colleghi’ del Varesotto e del Comasco. A maggior ragione in un contesto in cui, riguardo alla proposta elvetica di dimezzare la franchigia esente da Iva, contrariamente a quanto si potesse immaginare il Consiglio di Stato ticinese è stato piuttosto tiepido, invitando a “tenere conto non solo degli interessi dei commercianti, che vedono di buon occhio la riduzione a 150 franchi della franchigia, ma anche dei consumatori, i quali invece saranno svantaggiati dalla riduzione”.