Contratti di lavoro: in Lombardia persi 10mila posti fissi nel 2023

I dati Inps confermano l’aumento del precariato e delle disparità di genere, in linea con quanto accade a livello nazionale

Una manifestazione contro il precariato in Italia

Una manifestazione contro il precariato in Italia

Brescia, 28 marzo 2024 – Il saldo totale è positivo, con 1.525.129 nuove assunzioni attivate nel 2023 in tutta la Lombardia a fronte di 1.424.247 cessazioni di contratti di lavoro, ma restano forti disparità di genere e qualche segnale negativo. Secondo l’osservatorio sul precariato dell’Inps relativo al 2023, in linea con quanto accade a livello nazionale, rispetto al 2022 si rileva un calo delle assunzioni a tempo indeterminato: 32.3919 nel 2023 in Lombardia, circa 10mila in meno in un anno.

Anche il saldo rispetto alle cessazioni di questa tipologia di contratto, da sempre indice di stabilità, è in negativo praticamente in tutte le province: significa che il numero di cessazione di contratti a tempo indeterminato ha superato ovunque le assunzioni. Diminuiscono anche le assunzioni con contratto di apprendistato e quelle in somministrazione, mentre aumentano stagionali, assunzioni con contratto intermittente e a termine: queste ultime, in particolare, sono aumentate anche per effetto delle trasformazioni di indeterminati in questa tipologia.

Donne

Resta costante la maggiore precarietà per le lavoratrici. Sul totale delle nuove assunzioni, il 42,6% ha riguardato donne, ma se si va nel dettaglio dei diversi contratti, queste sono minoritarie proprio nelle assunzioni a tempo indeterminato: in questo caso, sono solo il 37%. La quota cresce invece per le forme più precarie: fra le nuove assunzioni con contratti intermittente, le lavoratrici sono il 57,37%.

Lo stesso trend si evidenzia con il part-time. I contratti di questo tipo sono il 30% del totale delle nuove assunzioni, ma le donne rappresentano il 60% dei part-time. Va detto che, rispetto al 2022, la tendenza è di un generale aumento del part-time: su scala regionale, si passa da 461.329 contratti di questo tipo attivati per le nuove assunzioni nel 2022 ai 467.442 del 2023, segno di una maggiore flessibilità nel lavoro, richiesta sia dalle aziende che dai lavoratori post-Covid.

Stranieri

Sempre dal confronto col 2022 emerge che aumentano le nuove assunzioni di lavoratori di nazionalità straniera: erano il 31,2% nel 2022, sono stati il 32,6% nel 2023. Anche in questo caso, pur se in crescita, la presenza di questi lavoratori è più alta nei contratti più precari, in particolare in quelli a termine (quasi il 40%).

Sul totale degli indeterminati sono solo il 30%, quota che scende ulteriormente se consideriamo le lavoratrici: in tal caso, solo l’8,3% dei nuovi contratti a tempo indeterminato riguarda lavoratrici straniere (il 10% le assunzioni totali).

Under 29

I giovani under 29 rappresentano, infine, la quota più rilevante dei contratti di apprendistato (oltre il 97%), mentre sono per loro il 41% delle nuove assunzioni. Anche qui, però, c’è un forte divario di genere, visto che le giovani lavoratrici sono solo il 17,6% dei nuovi assunti.