Donne e reddito, parità meta ancora lontana in Lombardia: il gender gap vale 10mila euro all’anno

L’analisi Inps: poche le donne ai vertici (anche a Milano), stipendi più bassi e pesa sempre il “lavoro domestico”

Ancora elevata la differanza tra lavoratori e lavoratrici

Ancora elevata la differanza tra lavoratori e lavoratrici

Milano, 24 febbraio 2024 –  Nessuna preclusione formale all’accesso delle donne alla maggior parte delle professioni, ma la parità nel mercato del lavoro è ancora lontana dall’essere pienamente realizzata.

A dirlo, è l’analisi dei divari di genere del mercato del lavoro e nel sistema previdenziale dell’Inps, che ha delineato un quadro molto preciso, partendo dai dati a disposizione dell’Istituto.

L’aspetto più tangibile è quello delle retribuzioni. Per quanto riguarda la Lombardia, il gap tra lavoratori e lavoratrici sulla retribuzione annuale è del 14%, 12% per quella giornaliera. D’altra parte, basta prendere il trend delle retribuzioni annue pubblicate sempre dall’Inps nell’ambito dell’Osservatorio sul lavoratori dipendenti: se è vero che, negli ultimi anni, il reddito da lavoro è cresciuto, è altrettanto vero che restano forte le divergenze tra lavoratori e lavoratrici. I primi, ad esempio, nel 2022 hanno percepito mediamente 32.900 euro, le seconde 23.406 euro, quasi 10mila in meno.

Le ragioni sono diverse. C’è, innanzitutto, una segregazione occupazionale di tipo orizzontale, in quanto le donne continuano a trovare impiego in un range limitato, per lo più nel comparto dei servizi. Ciò si accompagna ad una scarsa presenza femminile nelle posizioni apicali e maggiormente remunerative.

L’Inps ha calcolato a livello provinciale la quota di dirigenti sul totale dei lavoratori occupati in ciascuna provincia separatamente per uomini e per donne: il numero più alto di donne dirigenti si registra nel Milanese, ma siamo solo all’1,6% (seguono Enna e Roma): al contrario, i dirigenti uomini sono il 3,8% (segue Monza con l’1,9%). Non solo. Le donne tendono a lavorare per un numero minore di giorni: in Lombardia, nel 2022 le giornate retribuite sono state 249 per gli uomini, 235 per le donne. Inoltre, le lavoratrici sono spesso assunte con contatti part-time: sempre a livello regionale, ci sono circa 29 punti percentuali di differenza tra donne e uomini con contratti a tempo parziale, che implicano anche retribuzioni più basse.

L’Inps conferma, infatti, una tendenza ormai strutturale, ovvero che "il maggior carico di lavoro domestico e familiare derivante dall’esigenza di cura per la presenza dall’interno del nucleo familiare di figli minorenni o persone con disabilità, che ricade prevalentemente sulle spalle delle donne, può condizionare il tipo di contratto di lavoro applicato (si pensi al lavoro part-time e/o lavoro a tempo determinato) e le difficoltà nell’accesso a posizioni gerarchiche più elevate".

Va detto, però, che si rileva un forte aumento dei congedi di paternità, soprattutto al Nord.

Nel 2022, tra le province con valore di take-up più elevato c’è Lecco (81,48%): uno strumento che potrebbe, però, essere più significativo, ad oggi il periodo di astensione riconosciuto ai padri lavoratori è solo di 10 giorni.