Apple taglia la produzione: a rischio 10 milioni di iPhone 13. Ecco perché

La notizia arriva a poche settimane dal lancio del nuovo modello. Intanto il colosso è al lavoro per trasformare gli AirPods in dispositivi medici

Tim Cook presenta l'iPhone 13

Tim Cook presenta l'iPhone 13

La crisi dei chip pesa anche su Apple, costretta a tagliare, in uno dei momenti cruciali dell'anno fra Black Friday e Natale, la produzione dell'iPhone. Il gruppo statunitense aveva in programma di costruire, nell'ultimo trimestre dell'anno, 90 milioni di pezzi dell'iconico telefono ma si fermerà a 80 milioni perché due dei suoi principali fornitori di chip, Broadcom e Texas Instruments, non saranno in grado di fornire abbastanza componenti in tempo. La notizia arriva a poche settimane dal lancio dei nuovi modelli di iPhone: il 13, il 13 Mini, il 13 Pro e il 13 Pro Max, per cui i pre-ordini sono partiti lo scorso 17 settembre e le spedizioni sarebbero dovute partire il 24 settembre. A seguito delle indiscrezioni su questo fronte, Apple ha sofferto nelle negoziazioni 'after hour' a Wall Street, perdendo oltre l'1%, con gli investitori che hanno penalizzato anche altri titoli del comparto, a partire da quelli dei fornitori.

La crisi dei microchip è soltanto una delle catene di forniture che, con il forte rimbalzo dell'economia mondiale, è entrata in sofferenza; si tratta, tuttavia, di un componente cruciale perché l'elettronica è sempre più diffusa in moltissimi comparti, dagli elettrodomestici al settore auto, che è fra quelli che stanno soffrendo maggiormente. Al tempo stesso per il comparto dei semiconduttori non sarà facile adattarsi ai nuovi picchi di domanda: storicamente si tratta di un'industria che non ha una progressione lineare perché gli investimenti per nuove fabbriche richiedono una forte componente di capitale e tempi lunghi.

In questo momento, inoltre, le carenze sono anche a monte, nelle industrie che creano i macchinari per la manifattura dei microchip. C'è dunque una doppia strozzatura che per gli esperti si normalizzerà soltanto a partire dal prossimo anno. Per quanto riguarda Apple, in ogni caso, la notizia non ha spaventato più di tanto gli analisti; gli ordini per il nuovo iPhone sono partiti bene e anche se alcune spedizioni sono state rinviate a novembre nel mercato c'è interesse per un telefono del gruppo che finalmente supporta il 5G, la rete mobile di nuova generazione. Le attese sono per un trimestre da 120 miliardi di dollari di ricavi, in crescita del 7% sull'anno scorso.

Intanto Apple sta lavorando per trasformare gli AirPods, le cuffie Bluetooth di cui è leader nel mercato globale, in apparecchi acustici in grado di migliorare l'udito, leggere la temperatura corporea e monitorare la postura. A rivelarlo è il Wall Street Journal che ha esaminato i documenti allo studio dell'azienda. Offrire gli AirPods come apparecchi acustici potrebbe ampliare significativamente il mercato di Apple, poiché solo negli Usa 28 milioni di persone soffrono di disturbi all'udito moderati che scelgono di non trattare con apparecchi acustici specifici.