Gli stranieri battono gli italiani: il 15% delle attività è di imprenditori nati all’estero

La percentuale lombarda supera nettamente la media italiana che si attesta al 10%. Dai dati Unioncamere-Infocamere emerge come il sorpasso sia maggiore a Pavia e Como

Lavoratori stranieri

Lavoratori stranieri

Imprenditoria di origine straniera più in salute di quella italiana. Al 31 dicembre 2022 in Lombardia risultano 123.950 imprese con una prevalenza di soci o amministratori nati fuori dai confini nazionali, pari al 15,2% delle imprese lombarde. La percentuale è nettamente superiore alla media italiana, visto che a livello nazionale le realtà straniere sono il 10% dell’intera base imprenditoriale.

L’analisi

Non solo: il dato del 2022 è superiore a quello del 2020 (anno del Covid), quando erano 121.606 le imprese straniere registrate in Lombardia. Ma soprattutto, dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio riferiti al 2018-2022 ed elaborati da Unioncamere-InfoCamere sulla base di Movimprese, emerge che questa stabile presenza si accompagna a un dinamismo anagrafico sconosciuto alle imprese di italiani. Negli ultimi cinque anni, infatti, l’imprenditoria straniera ha fatto segnare una crescita cumulata del 2,6% in Lombardia (7,6% in Italia) a fronte di un -3,76% di imprese italiane (-2,3% in Italia).

La classifica

Tra le province lombarde con il divario maggiore c’è Monza-Brianza, dove il saldo delle imprese nel periodo 2018-2022 è stato di +13,70 per le imprese di stranieri, -3,70% per quelle di italiani. Seguono Pavia (+8,20 stranieri, -5,30% italiani) e Como (+9,70% stranieri, -1,10% italiani). In valore assoluto, è Milano la provincia dove sono nate più imprese di stranieri (4.775), seguita da Brescia (1.110) e Monza (1.019). Negativi invece i saldi a Bergamo, Mantova e Sondrio, anche se le imprese di stranieri chiuse sono comunque sempre più contenute di quelle italiane cessate.

Il bilancio

Il tema infatti è proprio che, in termini assoluti, le dinamiche positive dell’imprenditoria di origine migratoria non riescono a compensare la scomparsa di attività italiane: dal 2018 a oggi, a livello regionale, le imprese di stranieri sono aumentate di 7.166 unità (45.617 in Italia), mentre le non straniere sono diminuite di 22.912 (126.013 a livello nazionale), cosicché il totale complessivo della base imprenditoriale lombarda si è ridotto comunque di oltre 15.700 imprese. Il confronto settoriale mette in evidenza differenze tra quello che accade a livello dei singoli comparti produttivi. In alcuni casi, l’espansione della base imprenditoriale di origini straniere contrasta una tendenza opposta delle imprese di italiani, riuscendo a far crescere l’intero segmento come avviene nelle costruzioni. In altri casi, laddove straniere e autoctone crescono, le prime fanno sempre meglio delle seconde, con le uniche eccezioni dei servizi alle imprese e della fornitura di energia. Quando invece la base imprenditoriale si restringe, le straniere mostrano una resilienza più marcata, come nel commercio. In agricoltura e attività manifatturiere, infine, le straniere aumentano mentre le italiane si riducono, ma la dinamica delle straniere non è sufficiente a compensare la contrazione delle altre.