Gas, stoccaggi già a metà capienza: l’inverno del Nord fa meno paura

Lombardia, oltre il 50% il riempimento dei pozzi ItalGas e Snam fra Brianza, Milanese e Bassa Padana

Scorte di gas per il prossimo inverno

Scorte di gas per il prossimo inverno

Milano - Pieni per metà, dopo un inverno non rigido e una primavera di tempesta i pozzi abbandonati dove Italgas Storage e Snam conservano il gas destinato a riscardarci dall’autunno si stanno progressivamente riempiendo. La soglia del 55% di stoccaggio di gas risulta già raggiunta nei sei siti sparsi in tutta la regione. Le operazioni, nonostante la riduzione delle importazioni dalla Russia, stanno procedendo in silenzio, ma senza interruzioni, il livello è leggermente più basso di quello raggiunto nello stersso periodo dell’anno scorso. Ma visti gli scenari geopolitici non c’è da essere insoddisfatti.

"Arriveremo con gli stoccaggi sopra l’80-l’85% per il prossimo inverno", dice il ministro Roberto Cingolani. Le importazioni dal Tarvisio, direzione Russia-Italia, sono calate, compensate dagli arrivi dalla porta che ci collega al Nord Europa, quello di Domodossola, dove giunge il metano norvegese. Fra gli impianti più datati tuttora in servizio in Lombardia c’quello di Brugherio, alle porte di Monza. Otto pozzi a 1.100 metri di progondità: il più piccolo per potenza di compressione del gas: 19.800 kilowatt. I più recenti sono quelli di Bordolano, nel Cremonese, con 9 pozzi, ma con 53.100 kilowatt di potenza di compressione, e Cornegliano Laudense, a una manciata di chilometri da Lodi, dove Italgas riesce a conservare 1,6 miliardi di metri cubi di gas.

Poco se si considera il consumo totale italiano in un anno: 77 miliardi di metri cubi, tanto se si pensa che la produzione italiana nel 2021 è stata appena di poco superiore ai 3 miliardi di metri cubi. Segnano e Ripalta Guerina, due giacimenti esauriti con 70 pozzi nel complesso, sono due punti cardine del sistema, cui si affianca anche la struttura di Settala, nel Milanese, che gestisce 31 pozzi. Dai vecchi giacimenti consumati dall’Eni negli anni Sessanta e Settanta, una nuova speranza di indipendenza energetica per la Lombardia, che pagava già prima della crisi una bolletta più salata: 791 euro in media a famiglia contro i 669 euro del resto d’Italia.