ANDREA GIANNI
Economia

Incidenti sul lavoro, in sette mesi persi 3,6 miliardi: dati delle province lombarde

Oltre 65mila denunce presentate all’Inail fra gennaio e luglio, la stima del peso del fenomeno. Lo studio di Confcooperative: cure, pensioni, indagini e danni. Solo a Milano 1,2 miliardi

Da gennaio a luglio 2023 in Lombardia sono state presentate 65.465 denunce di infortunio sul lavoro

Da gennaio a luglio 2023 in Lombardia sono state presentate 65.465 denunce di infortunio sul lavoro

Gli incidenti sul lavoro hanno avuto un impatto sull’economia lombarda per 3,6 miliardi di euro, solo nei primi sette mesi dell’anno. Un costo stimato, considerando le 65.465 denunce di infortunio presentate da gennaio a luglio 2023 e rilevate dall’Inail, che si traduce in un fiume di denaro (anche pubblico) andato in fumo per colpa della carenza di misure di sicurezza e dei mancati investimenti sulla prevenzione.

La fotografia, che analizza un risvolto poco esplorato del fenomeno, è scattata da Confcooperative Lavoro e Servizi Lombardia che, nel primo report sul tema diffuso ieri, ha messo sulla bilancia una serie di voci di costo: dai costi diretti, come la copertura della malattia e la perdita del reddito, a quelli indiretti, come il costo di inattività, gli straordinari, l’assistenza familiare, fino a quelli intangibili che riguardano il danno d’immagine o l’impatto psicologico sul lavoratore.

Il territorio maglia nera è la Città metropolitana di Milano, dove in sette mesi gli infortuni sono costati 1,2 miliardi di euro. Segue la provincia di Brescia (505 milioni), Bergamo (439,7 milioni) e Varese (299 milioni). Il minore costo si registra invece a Lodi, con un impatto di 83,4 milioni di euro, e a Sondrio (68,5 milioni). Il totale, considerando tutta la Lombardia, fa 3,6 miliardi di euro.

"Sono stime, ma servono per capire la dimensione del fenomeno, gli effetti sulla produttività dell’impresa, sulla salute dei lavoratori e sulle nostre tasche – spiega Marco Daniele Ferri, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Lombardia – perché i costi sociali, malattia e assistenza sanitaria, finiamo per pagarli anche noi". Gli investimenti sulla sicurezza, oltre a salvare vite umane, fanno anche risparmiare denaro alle aziende e fanno crescere le produttività: "Ogni euro speso in prevenzione genera un valore più che doppio".

Guardando i dati, nei primi sette mesi dell’anno si registra un calo del 22% degli infortuni sul lavoro rispetto al periodo gennaio-luglio dell’anno scorso. Un dato positivo solo all’apparenza, perché la percentuale con segno meno è dovuta all’effetto Covid sul comparto sociale e sanitario: le denunce di infortunio sono calate del 76%, a causa della "minor incidenza dei contagi professionali da Covid-19".

Infortuni in calo anche in un settore ad alto rischio come trasporto e magazzinaggio (-31%), nelle industrie alimentari, nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione. A segnare il dato peggiore il comparto industriale legato alla produzione di bevande, dove le denunce di infortunio crescono del 45%. Rilevante anche l’impatto del tessile, che vede un aumento in Lombardia del 22% nel settore del confezionamento e del 7% all’interno delle aziende classificate con codice Ateco C13 legato all’industria tessile. Una situazione che resta, in generale, drammatica: nei primi sei mesi dell’anno, secondo l’analisi di Confcooperative, si sono registrati sei infortuni mortali ogni mille occupati.

La provincia in assoluto più virtuosa è Pavia, che fino a luglio registra un calo costante di denunce di infortuni sia in azienda sia in itinere, cioè nel tragitto casa-lavoro. La crescita più consistente invece a Bergamo, Varese e Lodi. Un triste bilancio che si aggiorna mese dopo mese.

Ieri gli ultimi due gravi infortuni. Ad Asola, nel Mantovano, un operaio edile è caduto dal tetto di una palazzina durante lavori di ristrutturazione, riportando seri traumi. In una fattoria a Grontardo, nel Cremonese, un altro operaio si è ferito alla testa. Lo ha colpito una lunga asse di legno che stava trasportando, e gli è sfuggita di mano quando è entrata in contatto con un grosso ventilatore utilizzato per areare le stalle. "La sicurezza sul lavoro non può essere un mero adempimento di procedure – conclude Ferri – ma rappresenta un investimento essenziale per garantire l’integrità e la sostenibilità dell’azienda stessa".