STEFANO ZANETTE
Economia

Costi, a rischio anche le strade: prezzi fermi, appalti in bilico

Pavia, l’allarme dell’edilizia per il settore pubblico. Tutto il sistema Pnrr si potrebbe fermare"

Alberto Righini, presidente di Ance Pavia

Alberto Righini, presidente di Ance Pavia

Pavia, 27 marzo 2022 - Non solo ristrutturazioni. L’allarme sui costi dell’edilizia si trasferisce per interno nei lavori pubblici. E va in crisi anche il settore delle strade, sul quale la Lombardia punta, ad esempio, per il grande appuntamento delle Olimpiadi. Così la manutenzione ordinaria, come la realizzazione delle grandi opere finisce a rischio. A raccontarlo, Alberto Righini, imprenditore di Pavia e presidente provinciale di Ance, l’associazione dei costruttori edili. "Qui in provincia, dei tre impiant che producono conglomerati bituminosi per l’asfalto, due hanno già fermato la produzione. E seguiranno gli impianti di calcestruzzo. A rischio sono tutte le asfaltature di quest’anno, perché a queste condizioni, con tutti i costi che stanno aumentando, non si può lavorare ai prezzi degli appalti già assegnati".

Quanto ‘pesa’ il settore?

"Solo in provincia di Pavia - risponde Righini - ci sono circa mille imprese registrate in Cassa edile, con una media, nel 2021, di 3.800 lavoratori occupati, che generano una massa salari di circa 50 milioni di euro all’anno".

L’aumento dei costi di produzione riguarda tutti i settori, perché la vostra situazione è più preoccupante?

"La crisi riguarda certo tutte le imprese, ma quello che sembra sottovalutato a tutti i livelli, dal Governo alla Regione, è che ad andare in crisi è anche il sistema pubblico se nessuno fa più le opere. Ci si deve rendere conto che siamo in uno stato emergenziale, che come tale va trattato".

In concreto, cosa chiedete?

"Serve subito un tavolo emergenziale con le stazioni appaltanti, in cui ogni stazione appaltante metta a disposizione delle risorse aggiuntive per proseguire gli appalti in corso. Stiamo parlando anche di appalti che, con i tempi della pubblica amministrazione, sono stati presi nel 2016-2017, con lavori iniziati poi nel 2021. Adesso non riusciamo più a proseguire con quei prezzi. Il problema del codice degli appalti col prezziario regionale non aggiornato ai prezzi di mercato va rivisto: chiediamo che i prezzi vengano adeguati in maniera dinamica, in base ai costi attuali di mercato. Altrimenti si blocca tutto. Ci sono anche tutte le opere del Pnrr, infattibili in questa condizioni".

Oltre all’energia, aumentata per tutti, cos’altro è lievitato nei costi?

"Tutto. Il bitume è raddoppiato, aumentato dai 350 agli attuali 700 euro a tonnellata: vuol dire che con gli stessi soldi si possono riasfaltare la metà di chilometri di strade. Il calcestruzzo è aumentato da 40/50 a 90/100. Il polietilene peggio, aumentato del 250%. E i tubi delle fognature si fanno o in calcestruzzo o in polietilene. E il ferro è triplicato".