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Bonus patente 2022 in Gazzetta Ufficiale: come richiederlo, a chi spetta, la piattaforma

Il provvedimento deciso dal Governo Draghi permette di recuperare fino al 50% delle spese per conseguirla

E' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Bonus patenti. Un incentivo che permette di recuperare buona parte dei costi sostenuti per conseguire alcuni tipi di patente. E, come spesso capita, il testo non soddisfa alcune categorie come quella delle scuole guida. Ma a chi spetta il Bonus patente? A quanto ammonta? Come fare per richiederlo? E quali sono le critiche?

Cos'è il bonus patente

Il Bonus patente è un provvedimento introdotto dal Governo Draghi per incentivare il conseguimento della patente e alla creazione di opportunità di lavoro per gli under 36.

Il testo in Gazzetta Ufficiale

A chi spetta

I destinatari sono i giovani fino a 35 anni compresi interessati al conseguimento del CQC, ovvero la Carta di qualificazione del conducente, obbligatoria per la guida di automezzi con massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate, per il trasporto di merci e persone (autocarri e autobus).

A quanto ammonta

Il bonus patente, inserito nel decreto Milleproroghe, consiste in un rimborso pari fino alla metà delle spese sostenute (circa 2500 euro) per ottenere la patente e l'abilitazione alla guida professionale per i giovani fino ai 36 anni. Può essere riconosciuto per una sola volta, non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non rileva ai fini del computo del valore dell’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente).

Come richiederlo: la piattaforma

A quanto si apprende il voucher potrà essere richiesto solo per via telematica attraverso la piattaforma “Buono patenti” accessibile anche tramite il sito del MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze). L'applicazione web sarà gestita dalla società informatica Sogei. Il Bonus sarà erogato solo sottoforma di rimborso una volta conseguita la patente.

Quando può esser richiesto?

Il voucher sarà riconosciuto solo dopo aver conseguito la patente. Un particolare che non è piaciuto alle scuole guida.

Le cifre a disposizione

Il bonus patente mette a disposizione degli utenti un plafond di 3,7 milioni di euro per il 2022, e 5,4 milioni di euro ogni anno fino al 2026. Chi lo richiede, può ottenere un rimborso spese fino a 2.500 euro, sotto forma di voucher, che dovrà coprire fino al 50% dei costi sostenuti per la patente e il CQC.

Le critiche

“Il decreto Bonus Patenti pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale è l’ultima delusione del governo uscente”. È il commento di Paolo Colangelo, presidente della Confarca (confederazione che rappresenta in Italia oltre 2.500 scuole guida e studi di consulenza) sull’atteso decreto che riguarda l’inserimento lavorativo degli aspiranti autisti, attraverso il conseguimento per le patenti di autocarri, autobus e relative abilitazioni professionali (CQC). “Prima dell’estate avevamo avuto una serie di interlocuzioni con il precedente esecutivo per cercare di far partorire un decreto che potesse essere quanto più in linea con le aspettative sia degli autisti, sia degli utenti professionali che poi di fatto devono formarli”. Secondo Colangelo, il decreto per il bonus patenti sarebbe “una scommessa sulla pelle dei titolari delle autoscuole”, poiché il rimborso del voucher scatta soltanto al conseguimento del titolo da parte dell’aspirante autista.

“Abbiamo più volte evidenziato che la formazione non è come l’acquisto di un bene, dove il cittadino acquisisce un voucher spendibile in un negozio”, spiega Colangelo. “Essendo legato alla formazione, e subordinato al superamento di un corso e di una serie di esami, il voucher previsto dal bonus patenti potrebbe non essere più erogato, poiché legato al risultato dell’ottenimento del titolo abilitativo, il quale fa scattare l’erogazione del voucher stesso”. 

“Una scommessa sull’aspirante autista che le autoscuole non possono permettersi: qualora l’autista dovesse essere respinto agli esami, oppure non dovesse proseguire il corso, i titolari delle scuole guida vedrebbero andare in fumo non solo il guadagno per la formazione dell’autista stesso, ma anche le spese che nessuno rimborserà. Il decreto va assolutamente cambiato” conclude Colangelo.