Lombardi in bolletta con la stangata d’autunno

C’è chi paga fino al 32% in più per elettricità, metano e carburante. Lecchesi al 30% seguiti da bergamaschi e bresciani

L’inflazione è decollata per colpa dei beni energetici

L’inflazione è decollata per colpa dei beni energetici

Lombardi in bolletta. Di luce e gas. Ma anche al verde, come la benzina. Soprattutto a Lodi, dove la maxi stangata d’autunno su elettricità, metano e carburante si è già fatta sentire con rincari del 32%, un salasso per cittadini e imprenditori. Di più in regione non ha pagato nessuno e quasi nessuno nemmeno nel resto d’Italia. Peggio è andata solo a veronesi, bolognesi, cesenati, sudtirolesi e ai residenti di Avellino e Trentino: i lodigiani sono piazzati infatti alla settima posizione della poco invidiabile classifica sui rincari energetici. A poca distanza, in ottava piazza italiana e seconda regionale, seguono i varesini con una batosta del 30,7%. Fuori dalla top-ten ma dentro nella top-twenty ci sono poi i cremonesi al 12esimo posto con aumenti del 30%, subito dietro i pavesi e i lecchesi a pari merito con rincari del 30%, seguiti immediatamente dopo da bergamaschi, bresciani e milanesi con fatture e pieno cresciuti rispettivamente del 29,9%, 29,8 e 29,7%. Chiudono la top-20 i mantovani con rincari del 29,6%. Comaschi, brianzolo di Monza e valtellinesi invece possono reputarsi fortunati, perché al momento hanno dovuto sopportare una mini-stangata inferiore al 15%, tanto da non comparire nemmeno nell’elenco stilato dagli attivisti dell’Unione nazionale consumatori che hanno elaborato uno studio per stilare una graduatoria delle realtà con i maggiori rincari per quanto riguarda luce, gas e per le spese di trasporto dei mezzi privati, compresi gli pneumatici realizzati con derivati del petrolio.

"L’inflazione è decollata per colpa dei beni energetici, senza i quali a ottobre scenderebbe dal 3% all’1,1% - spiegano proprio dall’Unione consumatori -. In media in Italia la voce "Energia elettrica, gas e altri combustibili", che include luce sul mercato tutelato e libero, gas, gasolio per riscaldamento e combustibili solidi è salita del 26,9% da ottobre 2020 con una stangata annua a famiglia pari a 355 euro. Ma se il rialzo è già astronomico, in alcune città è andata ancora peggio". I cittadini delle città lombarde risultano appunto tra i più penalizzati con rincari medi del 29,9%, quarti solo a quelli delle città di Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Al conto già salato si aggiungo pure le spese di esercizio dei mezzi di trasporto, che a Pavia si sono impennate del 12,2%, il 21esimo rincaro più marcato a livello nazionale, a fronte di un 11,6% di media italiana e dell’11,5% di media lombarda. Perché poi in alcune città si debba pagare di più non è chiaro e sfugge perfino alle logiche liberiste del mercato: "Stupiscono queste disparità così ampie tra una città e l’altra, considerato che la corsa dei prezzi dei carburanti o di luce e gas dipendono dalle quotazioni internazionali e, la luce e il gas del mercato tutelato sono addirittura fissati dall’Authority", commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.