Ricerca, investimenti e tecnologia: alla Goglio la plastica diventa ecologica

Varese, così nascono gli imballaggi interamente riciclabili per il riso

L'azienda Goglio

L'azienda Goglio

Daverio (Varese), 25 aprile - La svolta ecologica nell’industria passa (anche) dalla plastica. Perché il materiale più demonizzato del momento diventi una risorsa per alleggerire l’impatto sull’ambiente servono ricerca, innovazione, tecnologia e investimenti. È così che alla Goglio, azienda con 171 anni di storia negli imballaggi, leader nel campo del caffè, nata a Milano, radicata in Lombardia e proiettata in Europa, Usa e Cina, stanno raccogliendo la sfida e dell’automazione e della creazione di confezioni totalmente riciclabili. Come quella destinata al Riso Gallo, grande marchio dell’agroalimentare italiano, che sta lanciando proprio in queste settimane l’imballaggio ecologico riciclabile al 100%. La ricetta è quella della confezione monocomponente, che non mischia polimeri differenti, consentendo un recupero totale come prima non accadeva. "Per arrivarci ci vuole una conoscenza assoluta dei materiali, delle loro proprietà, mettendo in rete capacità tecnologiche, in dialogo con le esigenze del cliente e il funzionamento dei sistemi di recupero", spiega Davide G. Jarach, responsabile dello sviluppo strategico dell’azienda, con 353 milioni di euro di fatturato e 1.800 dipendenti.

A guidarla è Franco Goglio, presidente e ad, trisnipote di quel tipografo che quando ancora a Milano dominavano gli austriaci cominciò a lavorare sulla stampa, prima che i suoi eredi intuissero le potenzialità del confezionamento in un mercato dominato dalle drogherie e dai prodotti sfusi.

Il legame con Milano, per il gruppo che oggi ha 8 stabilimenti, metà in Lombardia, il resto in Usa, Olanda e Cina, è chiaramente rappresentato da una statua scesa da una guglia del Duomo, premio per il sostegno ai costosi restauri, che troneggia davanti alla fabbrica di Daverio, nel Varesotto. Ma c’è anche quello stabilimento storico, ancora pienamente attivo, nel cuore di Milano, in via Solari, sopra il quale generazioni della famiglia hanno vissuto. «Non abbiamo delocalizzato, abbiamo creato innovazione, lavoro e produzione qui come all’estero, continuando a interpretare il futuro", dice Goglio. Si è cresciuti grazie alla vendita di confezioni per il caffè, con l’innovazione della valvola che svuota l’imballo del gas prodotto dal chicco tostato fresco, un settore che da solo vale ancora il 50% del fatturato, specie negli Usa. Si è lavorato su confezioni per beverage, alimentari, piatti pronti, cosmetici, alimentari, prodotti industriali e - importante - contenitori industriali e asettici, che nascono in un reparto isolato e pulito come una sala operatoria.

Ma si è andati oltre, capovolgendo il modello. "La nostra filosofia è stata quella di fornire al cliente un servizio completo: non le singole confezioni, come tanti oggi possono fare, ma il sistema di confezionamento, una filiera completa fatta anche di macchine, assistenza e gestione", ancora Jarach. Gli impianti vengono progettati e costruiti in casa. E ora con Industria 4.0 la tecnologia e i sensori garantiscono "addirittura di prevedere i guasti e intervenire a monte". Ecco perché in un anno di grandi turbolenze, con repentini cambi nelle richieste di mercato e nei costi delle materie prime, Goglio si è mantenuta salda. Ed è fra le poche realtà premiate dai piani Sace, società veicolo della Cassa depositi e prestiti, che ha destinato all’azienda un finanziamento agevolato da trenta milioni di euro per proseguire nella sua strada.

"Soldi destinati a sviluppare ancora innovazione". Dentro la fabbrica di Daverio, intanto, batte un cuore verde. Qui, già dagli anni Settanta, come negli altri siti del mondo si recuperano i solventi, si producono gli inchiostri, qui una centrale di cogenerazione produce energia, riducendo costi, consumi e Co2 liberata. Qui si recupera anche l’acqua piovana. Qui si sviluppano nuove macchine per la stampa, anche in piccole serie, per seguire tutte le esigenze del cliente. E si crede nel futuro della plastica, completamente riciclabile, "e soprattutto leggera", perché anche nella logistica e nei tir che viaggiano "ci sia più prodotto e meno imballaggio".