In volo 5mila droni abusivi: nessuno controlla i cieli della Lombardia

Boom di apparecchi per riprese aeree di amatori e professionisti. Solo 31 dipendenti Enac per vigilare su scuole e licenze

Drone in volo

Drone in volo

Milano, 27 dicembre 2018 -  Migliaia di droni che volano sui cieli della Lombardia, decine di scuole private che hanno aperto i battenti sul territorio sull’onda di un boom di vendite degli apparecchi per video e foto aeree, utilizzati per passione o per professione. E personale Enac che, tra i vari compiti ha anche quello di vigilare su scuole e certificazioni come pilota Sapr (aeromobile a pilotaggio remoto), ridotto all’osso. Solo 31 dipendenti dell’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile, denuncia la Cisl Funzione Pubblica di Milano, per controllare 24 ore su 24 i cieli di Lombardia, Liguria e Veneto dove, secondo i dati del sindacato, volano settemila droni: solo duemila con regolare autorizzazione, mentre gli altri cinquemila sarebbero di fatto abusivi. Una flotta di droni privati “fantasma”, usati da amatori ma anche da professionisti, fotografi, agricoltori o progettisti. Dai “giocattoli per adulti” alle apparecchiature più sofisticate, che si possono acquistare online o nei negozi specializzati. In pochi rispettano le indicazioni sull’obbligo di ottenere il patentino nelle scuole autorizzate Enac.

Un’anarchia nei cieli che, unita all’assenza di controlli, ha fatto sentire i suoi effetti a Londra, dove l’aeroporto di Gatwick è rimasto bloccato per 36 ore con oltre 140mila passeggeri rimasti a terra e mille voli cancellati. Dopo il caos, il Governo del Regno Unito ha annunciato il varo di un sistema di monitoraggio. Un campanello d’allarme suonato anche in Italia, sui rischi del “drone selvaggio”, con apparecchi nelle mani di organizzazioni criminali o di persone che da un giorno all’altro si improvvisano piloti da remoto.

Nello scenario si inseriscono anche le implicazioni sul rispetto della privacy, sulla tutela dei cittadini dai rischi legati alle cadute di droni in volo. Un nuovo strumento per indagini e per prevenire reati che, come tutte le tecnologie, può anche divenire un’arma per i criminali. Nel luglio scorso un’operazione della polizia che ha decapitato un’organizzazione di spacciatori in zona Comasina aveva portato al sequestro di un drone professionale che, secondo gli investigatori, veniva utilizzato anche per presidiare il territorio e “spiare” il passaggio di auto delle forze dell’ordine. Le attività di certificazione e sorveglianza delle scuole per pilotare i droni spettano all’ufficio Enac di Malpensa, dove lavorano 15 persone, mentre quello di Linate, con 12 operatori, deve vigilare sulle licenze. Altri quattro dipendenti Enac lavorano a Orio al Serio. Compiti che si aggiungono ai più tradizionali adempimenti in capo all’ente, tra cui il rilascio dei brevetti per i voli privati, circa 200 all’anno in Lombardia. La competenza spazia su Lombardia, Liguria e parte del Veneto, dopo che sono stati chiusi gli uffici di Genova e Verona. Nell’arco di dieci anni, denuncia il segretario milanese della Cisl Fp Giorgio Dimauro, il personale è stato dimezzato. E il risultato è che, di fronte al boom dei droni, «nessuno controlla».