Valentina Signorelli: "Io, regista della mia vita. Largo ai giovani"

La 33enne da Bergamo a Londra a Roma con la sua casa di produzione. E la doppia cittadinanza italiana-britannica

Valentina Signorelli, 33 anni, insieme ad alcuni soci della casa di produzione Daitona

Valentina Signorelli, 33 anni, insieme ad alcuni soci della casa di produzione Daitona

Bergamo -  A 19 anni da Bergamo si trasferisce a Roma per studiare cinema alla Sapienza, nel 2013 trasloca dall’altra parte della Manica per frequentare un dottorato di ricerca in Film presso la University of Westminster, a 26 anni fonda con il compagno di corso Lorenzo Giovenga, e Lorenzo Lazzarini, entrambi di Roma, una casa di produzione audiovisiva, Daitona, con sede proprio nella Capitale, che si propone di fornire uno sguardo fresco e innovativo sulle tematiche sociali poco percorse dal cinema mainstream. Oggi, Valentina Signorelli, ha 33 anni, si occupa di regia e di sceneggiature, dirige il corso di laurea in Media and Communication presso la University of East London, vanta in bacheca diversi premi, una partecipazione alla Biennale di Venezia e tante collaborazioni di prestigio, e ai giovani dice: "Non siamo una generazione di bamboccioni, fatevi valere".

Daitona e l’agenzia pubblicitaria Dogodot, fondata da Valentina sempre con i due soci nel 2021, rappresentano e portano avanti un modello vincente fondato sull’autodeterminazione, ma soprattutto sulla volontà di smentire quei luoghi comuni che affliggono le nuove generazioni e di cui è imperniato il contesto lavorativo italiano ma non solo: "Avevamo delle idee ma non c’erano delle persone disposte a investire su di noi, allora abbiamo deciso di non aspettare delle occasioni ma di crearcele. Oggi nel nostro team lavorano ragazzi esclusivamente under 35, e circa il 50% ha meno di 30 anni. In un mondo in cui tante persone sono intrappolate in dinamiche professionali poco soddisfacenti, siamo la prova che si può lavorare tanto e con sacrifico, e alzarsi ogni giorno con il sorriso" racconta Valentina, che ha appena finito di girare un documentario tra la California e la Liguria sul tema dell’immigrazione. "È sicuramente uno dei progetti più divertenti a cui ho partecipato. Raccontiamo la storia di Amadeo Peter Giannini, fondatore di Bank of America, e originario di un piccolo paese della Liguria: in pochi sanno che la banca più importante dell’Occidente si chiamava Bank of Italy e che tra l’’800 e il ‘900 consentì agli immigrati di accedere al credito per la prima volta nella storia".

I flussi migratori sono una tematica percorsa più volte dalla regista bergamasca, che proprio durante il lockdown ha ottenuto la doppia cittadinanza: questo lungo e complesso processo è stato al centro di uno dei suoi documentari più apprezzati “The day I became a british Citizen”, premiato al London Indipendent film Award: "Chiaramente io sono una migrante economica che di sua spontanea volontà ha deciso di creare un ponte fra due culture" sottolinea con fermezza, lei che a bordo dell’Aquarius, in un altro cortometraggio, ha invece esplorato, cogliendo il punto di vista dei suoi operatori umanitari, il futuro dell’Europa. In qualità di casa di produzione giovane, Daitona, ha particolarmente a cuore le tematiche di cui sono protagoniste le nuovi generazioni e i millenials: in “Happy Birthday”, prodotto da Rai Cinema e disponibile su Rai Play, attraverso i volti di Genny De Nucci e Fortunato Cerlino, e con la straordinaria partecipazione di Achille Lauro, indaga il mondo degli Hikikomori e dell’esclusione sociale. "A chi mi ispiro nel mio lavoro? Lina Wertmuller è stata fondamentale: con la sua capacità di far riflettere attraverso l’ironia e il sorriso rimane il mio punto fermo".