Il concerto civile Giorgio Ambrosoli che l’associazione intitolata all’"eroe borghese" offre alla città per la sedicesima edizione è dedicato alla memoria di Giorgio Napolitano, primo Presidente della Repubblica rieletto per un secondo mandato, morto nel 2023 a 98 anni. Appuntamento stasera nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano: alle 19.30 una lezione, poi musica con la “Rapsodia in blu“ di George Gershwin, “West Side Story” di Leonard Bernstein nell’arrangiamento di Bill Reddie e brani dai “Sacred Concerts” di Duke Ellington. A eseguire la Rhapsody sarà il pianista e compositore Orazio Sciortino.
Maestro, cos’è oggi per un artista l’impegno civile?
"La musica è un impegno civile, un’arte, una disciplina fortemente legata all’ascolto, quindi al silenzio. Questo genera l’ascolto di sé e degli altri, è segno di civiltà, democrazia. Ascoltare con attenzione chi ti sta parlando significa avere rispetto. E in questa epoca è sempre più raro fermarsi ad ascoltare".
A chi, fra gli eroi degli ultimi decenni della nostra Repubblica, è più legato?
"Questo concerto mi ha riportato alla mente persone che hanno sacrificato la loro vita per la democrazia, uomini e donne che si sono spesi per portare a galla verità nascoste nel nostro Paese: giudici, politici, giornalisti, agenti e militari delle scorte. Sono siciliano, il mio affetto più profondo è per Peppino Impastato, un giovane eroe, poeta della libertà e della legalità".
Eseguirà il brano più famoso di Gershwin.
"L’ho suonato varie volte, l’ultima vent’anni fa. Lo riprendo con un approccio diverso, direi filologico, sottolineando l’aspetto improvvisativo. Gershwin è stato determinante per la musica occidentale, basti pensare all’impatto che la sua opera ha avuto su compositori come Ravel, Respighi, Rachmaninov".
Quanto dà il suo essere compositore all’interprete e viceversa?
"Mi regala un approccio analitico nei confronti della musica che eseguo; viceversa mi permette di non slegare l’elemento performativo dal lavoro razionale della composizione".
Luogo del cuore a Milano?
"La Casa Museo Boschi-Di Stefano: dà la dimensione di quella che è stata una certa borghesia cittadina dedita all’arte e alla cultura; oggi qualcosa di questo mondo è rimasto ma è sempre meno diffuso".
Cosa le manca maggiormente della Sicilia?
"Tutto quello che in Sicilia sta scomparendo e che si ritrova solo nella letteratura, nella poesia, nel mito".