
Decimo recital di Andrea Lucchesini alla Società del Quartetto di Milano con brani di Schumann e Chopin. Omaggio di Fabio Vacchi alla presidente con la "Novelletta Settima". Prove aperte al pubblico con spiegazioni del compositore.
Decimo recital alla Società del Quartetto di Milano per Andrea Lucchesini (nella foto): propone “Fantasia in do maggiore op. 17” di Schumann e i “24 preludi op. 28” di Chopin, brani che svelano "in controluce le figure di Beethoven e Bach, sulle cui spalle i Romantici poterono erigersi". Inoltre sarà eseguito un omaggio di Fabio Vacchi alla presidente Ilaria Borletti Buitoni, con la “Novelletta Settima” scritta per i 160 anni della Società del Quartetto, stasera Sala Verdi del Conservatorio. Alle 11 in Sala Puccini, il compositore incontrerà il pubblico per le prove aperte. "La struttura del pezzo è in forma di rondò (A-B-A’-B’A’’), dove ogni sezione veicola un significato ben definito - spiega Vacchi –: A e B rappresentano la proiezione di un femminile in grado di guidare il maschile se mantiene la propria specificità, fatta di un’intelligenza e di un acume (A) che non vengono scalfiti, bensì potenziati dalla dolcezza inclusiva (B)".
"Ho collaborato spesso con Vacchi, di cui ho eseguito proprio al Quartetto la “Seconda sonata“ in prima assoluta e la “Prima sonata“, a Lugano - racconta il pianista Lucchesini –. So che il maestro ne ha composta una terza, ed è mio progetto eseguirla, ma nel frattempo è arrivata una preziosa Novelletta. Eseguirla in questo concerto è una bellissima occasione, per l’accostamento particolarmente appropriato con Schumann. Ma se, nel titolo, questa composizione omaggia il compositore che ha inventato questa forma, nella sostanza il brano rimanda a Bach. La sua forma, circolare, secondo lo schema ABABA, presenta una prima parte, la A, di piglio virtuosistico, lesta e leggera in forma di canone, le cui due voci si rincorrono incessantemente; un canone molto rigido, ma non necessariamente riconoscibile al primo ascolto. Le parti centrali, i trii, sono invece lenti e espressivi, canoni a tre voci dai cui giochi e inseguimenti, attraverso cui la poesia di Vacchi si sprigiona". Grazia Lissi