
Tommaso Paradiso, uno dei tre componenti della band in ascesa
Milano, 17 novembre 2016 - Felici di essere “Hip”. In scena questa sera nella bolgia di un Alcatraz straesaurito da settimane, Tommaso Paradiso di Thegiornalisti si gode fino in fondo i consensi seguiti alla pubblicazione del quarto album “Completamente sold out”. «Che la cosa c’è sfuggita un po’ di mano lo capisco quando mi arrivano chiamate da numeri impensabili; gente grossa dell’ambiente che chiama per conoscerci, figo, no?». Assolutamente. C’è una gran curiosità, infatti, attorno al trio romano (oltre a Paradiso, Thegiornalisti ci sono Marco Primavera e Marco Antonio Musella), riuscito con quest’ultima fatica in studio a confermare quanto di buono messo in pista dal predecessore “Fuoricampo”. «Da ragazzino sognavo che un giorno il successo avrebbe potuto essere così» prosegue Tommaso. Crescendo, però, ho imparato a non coltivare aspettative; per non rimanere deluso».
Ma con una reazione così da parte del pubblico, val la pena di lasciarsi andare un po’.
«Dopo Roma, Milano è la città che mi porto dentro di più, perché nel tempo qui ho coltivato legami che vanno ben oltre la musica. Già a quindici anni facevo la spola Stazione Termini-Centrale per frequentare Chiara, una ragazzina di cui ero innamoratissimo; entrambi appassionati di vela, ci eravamo conosciuti a Caprera. Se all’inizio, quindi, il mio era un pellegrinaggio sentimentale, poi è divenuto professionale, visto che nella musica tutto è milanocentrico».
Cosa è cambiato in “Completamente sold-out” rispetto al disco precedente?
«Non abbiamo forzato la nostra crescita, però io ho fatto scelte artistiche diverse e ascoltato musica diversa rispetto a quella che ascoltavo qualche anno fa. Cambiando vita è cambiato pure il modo di scrivere le canzoni e di dire le cose».
L’Alcatraz è un traguardo.
«L’ho scoperto tempo fa in occasione di un concerto de I Cani con Calcutta e sono rimasto impressionato dal muro umano davanti al palco. Sono euforico e un po’ intimorito al tempo stesso. Spero solo che, alla fine, l’adrenalina non sia troppa».
Che vento è quello che sta spingendo in questo momento i Thegiornalisti verso nuovi orizzonti?
«Da artista innamorato di film e telefilm dico un vento di passioni, ovviamente originato da una forte empatia col pubblico; da velista dico invece un vento di poppa. Se veleggi di bolina vai in direzione ostinata e contraria, mentre il nostro è un gran lasco».
A Bologna via ha raggiunto Carboni. A Milano, potendo chiamare chiunque, chi vorreste?
«Sognare non costa nulla, dico quindi Vasco; che, magari, si materializza all’improvviso per cantare con noi “Sbagliare a vivere”».
Qual è ora la sfida?
«Rinnovarsi».
E il momento più emozionante dello show?
«È sempre il pubblico a deciderlo».