ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Vittorio Sgarbi e la confessione sulla sorella Elisabetta: “Da ragazza era repressa dalla mia prepotenza, così l’ho fortificata”

Il critico d’arte stasera al Teatro Sociale di Sondrio per la lezione spettacolo su Michelangelo nell’ambito della Milanesiana

Elisabetta e Vittorio Sgarbi

Elisabetta e Vittorio Sgarbi

Milano – Tema de La Milanesiana, “la Timidezza”. Ma che c’entra con il mattatore Vittorio Sgarbi? Vale il contrario? O si è sentito davvero intimidito di fronte alla ideatrice e direttrice Elisabetta Sgarbi? “Ho intimidito, io, mia sorella. Da ragazza era repressa dalla mia prepotenza, e così l'ho fortificata, resa autorevole”. Lasciamo dunque arrossire semplicemente la rosa, simbolo del Festival. Che questa sera, ore 21, al Teatro Sociale di Sondrio, per il ciclo Rinascimenti, porta in scena “Michelangelo”.

Proprio un brutto carattere?

“Nel libro che gli ho dedicato, da cui la lectio-spettacolo, ho riprodotto una sua meravigliosa invenzione: dipinge Bartolomeo, il santo martirizzato e scuoiato, che esibisce in Paradiso la propria pelle; al posto del volto del martire, c'è la testa del Buonarroti, il naso ammaccato per una rissa giovanile. Si vede nel ‘Giudizio Universale’, su una parete della Cappella Sistina”.

E il tema del ‘Giudizio’ ci riporta a Sondrio...

“Il cosiddetto ‘traduttore’ ufficiale di Michelangelo, uno dei protagonisti di quel fenomeno storico e artistico che ha visto la diffusione in formati ridotti delle sue invenzioni, fu il valtellinese Marcello Venusti. Per il cardinale Alessandro Farnese realizzò nel 1549, a Capodimonte, la copia del ‘Giudizio Universale’. Da manierista, ovvio, non con la stessa libertà d'ingegno”.

Incontro tra due "genialità”, quella di Michelangelo e la sua, Sgarbi, riconosce il severo monsignor Rino Fisichella, nella prefazione al libro (edito da La nave di Teseo). Grato, come i numerosi lettori e spettatori, che cercano di ritrovare il senso del sacro nella bellezza. 

“Io mi propongo di chiarire in modo rassicurante opere d'arte viste e conosciute, ma in termini indefiniti. E proprio l'Aldilà nella pittura, dove cercare il riconoscimento di meriti e colpe dell'Aldiqua, sarà argomento del prossimo ciclo di spettacoli, ‘il Giudizio Universale’, dopo le elezioni".

Che dovrebbero portarla in Europa. Con quale obiettivo?

"Portare in Europa il Meridione d'Italia. Che non è sottosviluppo. Ma esprime già nel V secolo a.C. la perfezione artistica dei Bronzi di Riace, capolavori della cultura che su cui si forma Michelangelo".

L'incompiuta ‘Pietà Rondanini’, ultima opera di Michelangelo, acquistata dal sindaco di Milano, fu esposta nel 1956 appunto su un'ara romana, al Castello Sforzesco.

“Intuizione formidabile del gruppo di architetti Bbpr, che dava il senso del passaggio dall'antico al moderno, il senso del Rinascimento. Allestimento straordinario, fino al 2015. Poi, rifatto. Ho cercato d'impedire questa bestemmia, questo insulto alla cultura architettonica del Novecento milanese, ma avevo solo il potere morale della parola (per il futuro, si vedrà ndr)”.