ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Salvador Sobral: "Porto la mia vita rivoluzionata al Blu Note"

Salvador Sobral presenta l’ultimo album con un quintetto jazz: interagiremomolto col pubblico, le lingue latine ci aiutano

Salvador Sobral

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Mancano 72 ore alla proclamazione del vincitore di questo Eurovision 2022 e al Blue Note arriva Salvador Sobral, vincitore a furor di giurie e di televoto all’International Exhibition Centre di Kiev dell’edizione 2017. "L’Italiano l’ho imparato a Majorca durante l’Erasmus grazie ad un coinquilino di Pesaro, Luca", dice "ascoltando le sue lunghe telefonate con la madre su skype pian piano ho imparato la vostra lingua, ma all’Italia mi legano tanti ricordi compreso quello del concerto forse più bello, alla Valle dei Templi di Agrigento".

Appuntamento domani sul palco di via Borsieri, dunque. Cos’ha preparato?

"Lo spettacolo punta sul repertorio del mio ultimo album ‘BPM’ (battiti per minuto), uscito un anno fa. L’ho scritto tutto io e lo propongo con un quintetto jazz stabilendo una grande interazione fra di noi e il pubblico. Abbiamo lingue latine, è facile trovare un punto d’incontro"”.

Ci sono pure canzoni altrui?

"A me piace cantare, quindi esploro pure il repertorio brasiliano, ma in ogni paese canto una canzone del posto. In Italia, ad esempio mi piace cantare Lucio Dalla o Franco Battiato, Prospettiva Nevski, Il Re del Mondo, La cura. Due mesi fa, infatti, mi hanno chiamato in giuria alla festa del Cinema Italiano di Lisbona e nella selezione c’era pure ‘Temporary Road’, un documentario sul maestro siciliano che mi è stato chiesto di omaggiare con un concerto".

Qual è il cinema italiano che la fa sognare?

"Quello di Fellini, di Antonioni. Assieme a mia amorosa, ho addirittura realizzato uno spettacolo per i bambini delle scuole con un adattamento de ‘La strada’. Mi piace pure Luca Guadagnino".

Bello che chiami sua moglie Jenna Thiam, la sua amorosa.

"Moglie mi suona un po’ troppo solenne, preferisco un termine più poetico e, se si vuole, appassionato".

Nel 2017 le è cambiata la vita: prima la vittoria all’Eurovision, poi il trapianto di cuore e infine il fidanzamento divenuto l’anno successivo matrimonio.

"Sì, un anno incredibile. Il più pazzo della mia esistenza. Ricordo ancora il Capodanno in ospedale dopo il trapianto. Quando mi venne chiesto cosa mi augurassi per il 2018, risposi: niente, ho già tutto. Andare all’Eurovision malato è stato un segno del destino, ci fossi andato da sano l’avrei vissuto nel nervosismo. Invece, avendo qualcosa di più importante da affrontare, rimasi calmo. Davanti al microfono non sentivo tensione perché il mio unico pensiero era quello di riuscire a sopravvivere. Su quel mio 2017 si potrebbe girare un film".

E a chi lo farebbe dirigere?

"Mario Martone. L’ho conosciuto grazie alla mia morosa, che ha girato con lui, e l’ho trovato simpaticissimo".