Paolo Isotta ha assecondato una sola passione in tutta la sua vita: la ricerca della Bellezza. Attraverso la musica, la letteratura, l’arte, l’amicizia l’ha “afferrata” ed è diventata parte di se stesso. La sua vita lo testimonia ed i lacerti di essa che offre, senza pudore e con evidente voluttà nelle sue “memorie” raccolte sotto il significativo titolo “La virtù dell’elefante”, sono esemplificazioni di uno spirito capace di ascendere alte vette come frequentare i bassifondi rimanendo se stesso, grazie a quell’idea di Bellezza che è capace di scovare ovunque. E le sordide perfidie cui pure ha dovuto sopportare nella sua vicenda professionale, non meno che nell’esistenza privata, Isotta è stato capace di volgerle a proprio vantaggio quasi sempre forse perché, candidamente ammette, protetto dal mantello di San Gennaro.
Prodigiosa è comunque la vastità dei domini che Isotta attraversa e racconta, quasi che l’Angelo della Conoscenza lo abbia toccato fin nella culla dandogli il privilegio di inerpicarsi per le impervie strade della musica, della quale è certamente oggi in Italia il maggior esegeta, e su quelle letterarie ed estetiche in genere che hanno certamente contribuito a formare il suo carattere. Tra i due poli eccelsi di Virgilio e di Wagner si snoda la vita spirituale e quella materiale di Isotta. E le note biografiche che compongono il quadro d’assieme della sua personalità complessa sono anche i reperti di un’esistenza che neppure per un attimo è stata banale, vigorosamente interpretata secondo canoni che spesso e volentieri hanno fatto andare in bestia i padroni del pensiero, a cominciare da quelli della musica per i quali Isotta sarebbe dovuto finire nel fango, ridotto in miseria.
Che Isotta abbia trovato l’energia per reagire alle volgarità contrapponendo ad esse un’idea rara (e classica) di Bellezza è quasi un mistero che il lettore non mancherà di apprezzare leggendo le seicento pagine del libro, nel quale il passaggio dall’umanità napoletana – semplice, gaia e tragica allo stesso tempo - ai ricordi familiari, alle esperienze intellettuali, agli incontri con alcuni dei grandi del nostro tempo e del tempo che è stato risulta talmente naturale da sembrare incredibile.Come la fede religiosa che si affaccia qua e là (splendida la difesa della liturgia) quasi per rammentarci che la gloria è polvere, nient’altro che polvere.
PAOLO ISOTTA, La virtù dell’elefante. La musica, i libri, gli amici e San Gennaro, Marsilio