
One more LIFE. Che ormai è pronto a ripartire il nuovo festival di Zona K. Dopo l’ottimo assaggio delle scorse...
One more LIFE. Che ormai è pronto a ripartire il nuovo festival di Zona K. Dopo l’ottimo assaggio delle scorse settimane alla Fabbrica del Vapore. Una seconda tranche. Da qui al 21 giugno. Questa volta organizzata in contesti più dichiaratamente teatrali: il Fontana, l’Out Off, lo spazio di via Spalato, diretto da Valentina Kastlunger e Valentina Picariello. Si torna dunque sul palco. Ma il teatro rimane solo uno dei tanti linguaggi indagati dalla rassegna. Lo sguardo infatti è multidisciplinare. E l’attenzione alla società dello spettacolo spinge ad un continuo dialogo con le scienze sociali e le dinamiche della comunicazione. "LIFE si pone nell’intreccio tra teatro, arti e media – sottolineano le curatrici –, intendendo in questo il mondo dell’informazione, del giornalismo, della ricerca lontana dal mainstream. Una modalità che si avvicina all’inchiesta, divergendo in parte nel risultato: non informare, bensì stimolare, creare connessioni e osare, dare al pubblico una responsabilità di interpretare quello che vede. Il festival vuole essere un laboratorio di idee sulle sfide del presente e sul potere trasformativo dell’arte". Obiettivo raggiunto nella prima parte. Dove per altro si è visto lo straordinario "Everything must go" di Dries Verhoeven. Ora si ricomincia. Nei primi giorni con una serie di appuntamenti a Zona K, fra cui lunedì alle 19.30 la proiezione di "Reas" di Lola Arias: pura sperimentazione, fra realtà e finzione.
Da martedì 10 arriva poi una manciata di nomi imperdibili. Si inizia con la prima nazionale di "Magda Toffler or an Essay on Silence" dell’artista svizzero Boris Nikitin. Si prosegue con il curioso "Centroamérica" dei Lagartijas Tiradas al sol, seguito giovedì da "Foresto" dei Babilonia Teatri. D.V.