ELVIRA CARELLA
Cultura e Spettacoli

Paolo Conticini, il bello del teatro: "Essere se stessi, la sfida più dura"

L’attore in scena al Manzoni con “Tootsie“: "Volevo fare il veterinario, ma ero un pessimo studente"

Paolo Conticini, 55 anni, in scena al Manzoni con Tootsie fino all’1 gennaio

Paolo Conticini, 55 anni, in scena al Manzoni con Tootsie fino all’1 gennaio

È considerato il sex symbol dei cinepanettoni. E questo lo fa sorridere. Bello e simpatico, il noto attore comico, Paolo Conticini, è il protagonista di “Tootsie“ di Massimo Romeo Piparo. Nel musical, in scena al Teatro Manzoni fino al primo di gennaio 2025, interpreta uno dei protagonisti Michael, un uomo dal carattere pessimo, che, per trovare lavoro, si veste da donna ed ottiene successo. Ma rimane ingabbiato in quel ruolo, da cui avrà difficoltà ad uscire.

Come si è sentito nei panni di una donna?

"Bene, perché ho avuto modo di conoscere un po’ più a fondo il punto di vista delle donne, ma non tutte le loro sfaccettature. Il film è stato precursore di una grande rivoluzione, che ancora oggi è in atto: la valenza femminile, il messaggio che nell’82 Sidney Pollack voleva trasmettere".

Una frase bella che dice nel musical.

"’Sono stato un uomo migliore con te da donna, di quando non lo sia mai stato con tutte le altre donne da uomo. Devo solo imparare a farlo, senza il vestito’. Questa è la dichiarazione d’amore verso la donna, di cui il mio personaggio si è innamorato. Ma ne dico pure io una ai maschietti: ’Dovremmo metterci più spesso nei panni delle donne, per essere uomini migliori’".

Cosa apprezza del gentil sesso?

"Mi piace il garbo, la fragilità, la dolcezza, la maternità e, nello stesso tempo, l’enorme forza delle donne. Quello che mi ha sempre affascinato è il mistero che le circonda. E se si riesce a capire che la grandezza, l’aura impenetrabile delle donne è proprio la loro forza, si è compreso tutto".

Cosa ne pensa dell’escamotage adottato dal protagonista per riuscire a trovare un lavoro?

"In certi casi è fondamentale. Quando ti offrono un ruolo, si cerca sempre di avvicinarsi alla richiesta, che ti fanno. Nel caso del musical, serviva un ruolo da donna. Ripenso a quando ho fatto tanti provini, in cui mi hanno chiesto se sapevo andare a cavallo, in bicicletta su di una sola ruota, tirare di spada ed io ho detto sì. Uno, pur di lavorare, dice di saper far tutto".

E quella volta in cui ha detto di essere capace e si è trovato in difficoltà?

"La volta in cui ho accettato di interpretare una tragedia greca. Avevo appena partecipato a un musical e il regista Sebastiano Lo Monaco mi chiese se me la sentissi di recitare in ’Medea’ e mi diede il ruolo di Giasone. Senza pensarci un attimo, accettai, ma giunto a casa, me ne pentii amaramente. Ma da buon capricorno, mi misi a studiare e in scena alla fine andò tutto bene".

Nello spettacolo si mette in risalto il travestimento, che è presente nella società odierna.

"I travestimenti servono per conquistare qualcosa, altre volte per essere ciò che non si è. Essere se stessi, poi, credo sia la cosa più difficile in questo mondo. Sui social si vedono persone ricche, felici, con tanta voglia di vivere. La verità è diversa: ci sono anche povertà, tristezza e brutti accadimenti. Viviamo in una società che non è reale, è tutto il contrario o c’è anche un contrario".

È un famoso attore. È questo sognava di fare quando era bambino?

"Inizialmente avrei voluto essere un veterinario, perché adoro gli animali, ma ero un pessimo studente. Andavo alla ricerca dell’indipendenza. Se mi avessero detto, poi, cosa avrei voluto fare da grande, avrei detto il cantante".

Com’era?

"Mio nonno mi chiamava “arruffamondo“. Facevo moltissime cose, ma non portavo mai a termine niente. Un pochino mi comporto così anche adesso. Ero curioso e cercavo di fare più esperienze possibili. Stavo seduto su di una sedia e volevo stare seduto su di un’altra. Cambiavo posto continuamente".

Un suo motto?

"Chissà cosa succederà domani".

Differenza tra Milano e Roma.

"La Capitale è la città più bella del mondo, ma negli ultimi anni è quasi impossibile vivervi. Ogni problema dell’Italia è riversato su Roma, che è molto disordinata, con strade dissestate e tanto traffico. E difficile gestirla. È una città fatta per andarci in carrozza. Milano, invece, è moderna, funzionante e meravigliosa per lavorarci. Mi piace, ma le

manca il mare. La definirei il palcoscenico dell’opportunità e dei sogni da realizzare".

Con quale vestito da donna vestirebbe quest’ultima?

"Con un bell’abito da sera, da musical, con le paillettes, come quello indossato in Tootsie".