
Nayt
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Milano - Tre anni dopo. "Volevo mettere in piedi uno show tutto mio evitando i palchi dei festival e così ho preferito aspettare il momento giusto per tornare in tour", svela Nayt. E quel momento arriva martedì al Fabrique, dove il rapper è di scena col repertorio non di uno, ma di ben due album usciti nel biennio 2020-2021: “Mood” e “Doom”. "La formula è voce-chitarra-campionamenti, ma con un impatto molto potente. Di materiale nuovo da offrire al pubblico ne ho. La pandemia e tutto quel che ne è conseguito mi hanno dato tempo, modo e spazio per guardarmi dentro, lasciando affiorare verità che poi ho riportato in musica".
Due anni fa ha pubblicato l’autobiografia “Non voglio fare cose normali”. Perché ha sentito la necessità di raccontarsi in un libro già a 26 anni? "Perché ogni cosa rappresenta ai miei occhi un’occasione per espandere la comunicazione con la musica. Volevo far capire meglio chi sono non tanto a chi non mi conosce, ma a quelli che mi seguono. Per stabilire un contatto e rafforzare il legame".
Un momento decisivo? "Quando nel 2018 la mia musica ha raggiunto un bacino di utenza molto più grosso di quanto non lo fosse prima e ho iniziato a vivere realmente di questo mestiere".
“Mood” e “Doom” sono speculari come lascia intendere il titolo o no? "Uno è la continuazione dell’altro, non sono opposti. ‘Mood’ scende nell’interiorità e ‘Doom’ pone le basi per risalire da questa introspezione per aprirsi agli altri".
Soddisfatto dell’ultimo singolo “Paraguai”? "Sì, l’ho inciso col produttore Michele Canova pensando non tanto allo Stato sudamericano, ma a paranoia e guai. Anche se i singoli decisivi della mia vita rimangono ‘Gli occhi della tigre’, ‘Fame’, ‘Doom’ e ‘Musica ovunque’, quattro veri punti di svolta".
L’ospite che avrebbe tanto voluto avere sul palco? "Kendrick Lamar… ma ce ne saranno altri".
Qual è, per lei, il traguardo da raggiungere? "Scrivere qualcosa d’importante, che rimanga, che incida l’animo di quelli che mi ascoltano andando oltre al solito refrain ‘sono in fissa con il tuo singolo’".