Natalia Paragoni senza trucco e senza filtro: "La mia vita tra passioni e fragilità"

L'influencer valtellinese si svela tra episodi di bullismo, un amore difficile e la perdita di un bambino. Ma anche make up e una famiglia meravigliosa

Natalia Paragoni

Natalia Paragoni

Milano, 29 aprile 2021 - Natalia Paragoni, influencer valtellinese di 23 anni, ha conquistato quasi un milione di follower con i suoi tutorial di make up, gli shooting fotografici e le Instagram stories che raccontano la sua quotidianità. Ma non le basta più: ora vuole farsi conoscere senza filtri. E ne 'La vita secondo Naty' (Mondadori), racconta tanti episodi della sua vita, dai più spensierati ai più complessi, nei quali tutti possono immedesimarsi. Senza mai arrendersi e con tanto coraggio, la 23enne ha sempre trovato la forza di reagire e liberare tutti i colori che la vita può avere. Proprio come i suoi consigli fashion per ogni occasione.

Da Instagram alla scrittura Volevo farmi conoscere in modo diverso. Sui social si vedono soprattutto lavoro e passioni, non la mia vita al 100 per cento. Volevo raccontarmi e far vedere la vera Natalia: quella che è oggi ed il percorso che l'ha fatta diventare così. Basta giudicarmi solo per il mio aspetto fisico e attraverso le fotografie e i video.

Ha scelto il make up come fil ruge del racconto Sì, per me il make up è sempre stato una sorta di protezione dal mondo. E lo è ancora oggi, perchè mi ritengo una donna piuttosto fragile.

Una maschera per nascondersi? Per essere più forte. Come quando i bambini si vestono da supereroi. Alle medie, per esempio, mi truccavo con un eyeliner molto spesso sugli occhi, tipo Catwoman. E in quel momento era il make up che parlava di me, prima dell'abbigliamento e dell'aspetto fisico.

Cosa le faceva più paura? Sono stata vittima di bullismo. La mia colpa? Essere carina. Per questo non ero amata dalle altre che spesso provavano nei miei confronti sentimenti ingiustificati d'invidia.

Veniva isolata e criticata Sì, ho ricevuto numerose crtiche e brutte parole. Venivo considerata una poco di buono perchè, in quel periodo, avevo molti più amici maschi perché a loro non interessava il fatto che fossi bella o meno. Nei ragazzi cercavo solo un amico che nelle mie coetanee non trovavo.

Come ha superato quei momenti? La mia famiglia è stata fondamentale. Mi hanno fatto capire che le persone che ci prendono in giro sono le prime che non si piacciono e cercano di colpevolizzarci. Poi, mia madre mi ha sempre detto che difficilmente ci si aiuta tra donne e io rappresentavo il classico esempio.

Difficile la solidarietà tra donne, anche oggi? Andando avanti noto che le cose tra donne stanno cambiando, anche se la strada è lunga. Personalmente ho poche amiche, ma buone. Fortunatamente ho un bellissimo rapporto con mia madre con la quale ho sempre potuto parlare di tutto, senza tabù.

A scuola non c'è stato solo il bullismo... Ho dovuto affrontare anche la dislessia. Già per una ragazzina non è facile fare i conti con con questa difficoltà, poi i professori non mi hanno aiutata. E figuriamoci i compagni. Mi hanno fatta sentire inadeguata e sbagliata.

Ma anche questa volta ce l'ha fatta Sì, è vero. Purtroppo, però, sono diventata ancora più diffidente verso le persone. A volte troppo. Vedo sempre il male, soprattutto all'inizio. Ma ci sto lavorando...

Diffidenza anche in amore? Ovviamente. Ho sempre paura di essere ingannata o ferita.

Perché le ferite non mancano... Il primo bacio è stato a undici anni, ma il primo amore è arrivato dopo qualche anno ed è stato molto importante. Con lui ho vissuto la mia prima volta. Lui era il mio ragazzo e il mio migliore amico. Lui era tutto. Per questo, nonostante avessi capito che non faceva per me, non riuscivo a lasciarlo. Ero convinta che fosse l'unica persona in grado di capirmi ed ascoltarmi. Non mi rendevo conto dove il suo atteggiamento aggressivo e quella forma di violenza psicologica (e a volte anche fisica), mi stavano portando.

Però, un giorno, il coraggio è arrivato Crescendo e conquistando più indipendenza, anche sul lavoro, ho capito che chi doveva stare al mio fianco doveva portarmi rispetto e lui non lo faceva. E' stato fondamentale l'aiuto delle mie colleghe dell'epoca: mi hanno aperto gli occhi, incoraggiato e mi sono state vicine.

La sua storia come monito per tutte le donne L'ho raccontata proprio per questo. Vorrei fare capire alle donne che si trovano a vivere situazioni simili alla mia che non si devono mai vergognare. Bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto. Se un uomo ti manca di rispetto lo farà sempre: il lupo pede il velo ma non il vizio.

Quanto ha dovuto faticare Andrea Zelletta per conquistarla? Non poco. Ci siamo incontrati all'interno di una trasmissione televisiva quindi avevo delle aspettative ma pensavo che se anche tra noi non fosse successo niente avrei continuato per la mia strada. Quando poi mi ha scelta e siamo usciti insieme non è stato facile. Soprattutto per lui. Ma è stato bravo e tenace. Alla fine, ha ottenuto la mia fiducia e con lui sono tranquilla.

Un altro momento importante è quando ha raccontato di aver perso un bambino... Quando sono rimasta incinta avevo 19 anni e sentivo un grande desiderio di maternità. Ero certa di avere accanto l'uomo giusto e il fatto che lavorassi già, mi faceva sentire indipendente. Invece, non mi rendevo conto cosa realmente volesse dire avere un figlio. Ma lo sapevano i miei genitori, che non l'avevano presa bene perché pensavano fossi troppo giovane. Poi, l'ho perso naturalmente. Solo dopo mi sono resa conto a cosa sarei andata incontro. Dovevo usare più la testa e non l'avevo usata.

La sua famiglia l'ha sempre supportata? Sì, anche quando non erano d'accordo con le mie scelte.

Cos'hanno detto del suo libro? Mi hanno chiesto perché li ho descritti come dei pazzi. In realtò, ho parlato di loro per come sono davvero. Ho due genitori giovani e semplici, che mi hanno portata in giro per il mondo senza troppi fronzoli. E con i quali ho sempre potuto parlare di tutto. Per questo li ringrazio ogni giorno.

E Andrea? Ho scritto il libro mentre Andrea era dentro la Casa del Grande Fratello. Quando è uscito, ha voluto leggerlo tutto d'un fiato. E' rimasto soddisfatto ed è fiero di me.

Ma sono arrivate anche le critiche Inevitabili. Ma le accetto. Molti mi hanno chiesto cosa avrà mai da raccontare una 23enne. Bè, quello che ho scritto. E l'ho fatto anche perché su certi argomenti mi espongo in prima pesona sui social e non vorrei che le persone pensassero che lo faccio solo mettermi in mostra. Ne parlo perché li ho vissuti.

Una carriera che sembra una sorta di rivincita Scrivere questo libro mi ha liberata da un peso che avevo dentro. Sta andando molto bene e ne sono felice. Una rivincita? Più che altro una rinascita. L'ennesima.