ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Modena City Ramblers, Bella Ciao: "La nostra musica resistente per voi"

Sul palco di Bergamo l’inno alla libertà e la speranza nei giovani: "C’è una voglia di futuro sorprendente"

Sul palco di Bergamo l’inno alla libertà e la speranza nei giovani: "C’è una voglia di futuro sorprendente"

Sul palco di Bergamo l’inno alla libertà e la speranza nei giovani: "C’è una voglia di futuro sorprendente"

di Andrea Spinelli

BERGAMO

“O partigiano…”. Ci sono voluti questi anni confusi per trasformare un inno di libertà come “Bella ciao” in canzone divisiva. Davide “Dudu” Morandi, frontman dei Modena City Ramblers in concerto domani sera al Piazzale degli Alpini di Bergamo sul palco dell’Nxt Summer, se ne dice convinto. "Il mondo è pieno di gente che lotta per la libertà cantando ‘Bella ciao’. E non comunisti mangiabambini, ma persone che trovano in quella canzone valori da condividere. Solo in Italia siamo riusciti in questa operazione meravigliosa, geniale, di renderla altro rispetto a quel che è. Per fortuna nei concerti la sentiamo cantare da ragazzi molto giovani e la cosa ci dà speranza per il futuro".

Lo show di Bergamo sarà legato a doppio filo a certi temi...

"Lo spettacolo poggia su due ricorrenze, anzi tre, vista la congiunzione astrale che fa coincidere gli 80 anni della Liberazione con i 30 di un album collettivo intimamente legato a quel tema, quale ‘Materiale resistente’ e i 20 del nostro ‘Appunti partigiani’; fotografie di due momenti artistici, ancor più attuali di quando furono scattate. Oggi che di ex partigiani in vita non ce ne sono quasi più il racconto della Resistenza è nelle mani di chi ne porta avanti la memoria".

Di gente come voi, insomma.

"Anche se le forme di narrazione sono tante e abbracciano pure il fumetto, la fiction, il teatro, i libri. Crediamo sia importante per i ragazzi di oggi capire quali sono state le motivazioni che hanno spinto quelli di ieri a rischiare la vita, e in molti casi a sacrificarla, per la liberazione del nostro Paese dai nazifascisti. L’Italia moderna e la sua Costituzione nascono da lì".

E qual è la reazione, soprattutto dei più giovani?

"C’è grande voglia di cantarla la Resistenza, di celebrarla, di legarla a temi d’attualità come la lotta del popolo palestinese e di tutti gli altri in cerca di libertà. Una voglia di futuro sorprendente nei ragazzi di quello che nel dare fiducia ai giovani rimane uno degli ultimi Paesi in Europa. Colpa di una classe politica anchilosata e scollegata dal sentimento di nuove generazioni".

Di lotta clandestina parlate in “Nati per la Libertà. Racconti resistenti”, il libro di storie partigiane uscito a primavera.

"La proposta è arrivata da Elisabetta Sgarbi, che 4 anni fa aveva già pubblicato con La Nave di Teseo ‘E alla meta arriviamo cantando. Le storie, i viaggi, la musica dei Modena City Ramblers’ del nostro Franco D’Aniello. L’idea di andare oltre i 34 minuti della canzone è piaciuta a tutti e ognuno s’è buttato a scrivere un racconto. Non siamo storici, ma nell’immaginare le vicende abbiamo cercato di renderle più verosimili possibile".

C’è pure una citazione de “Il partigiano Johnny” di Fenoglio che incrocia canzone e antifascismo. Pure per voi, come per Woody Guthrie, la chitarra è una “macchina uccide i fascisti”?

"Se li uccida non lo so. Però noi Guthrie lo citiamo sempre in concerto perché, anche se la musica non può fare la rivoluzione, può diventarne la colonna sonora. Come tutte le forme artistiche, può fornire all’ascoltatore un punto di vista diverso. Quello che è mancato in Italia negli ultimi vent’anni".