ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Milano MiAmi Festival 2022, Meg sul palco con il nuovo singolo Fortefragile

Su palco domani all’una di notte. "Di solito a quell’ora sono a letto, ma non mi spaventa la sfida...". E rilancia: "Vi svelo le mie fragilità"

Meg

Meg, finalmente. "Non avendo mai aderito alle regole dell’industria, appaio e scompaio in base all’esigenza più o meno forte che provo di comunicare quel che sento", confida l’ex anima gentile dei 99 Posse parlando della rentrée sul palco di quel MiAmi che domani, nella seconda serata di festival, le ritaglia un posto accanto ad Alan Sorrenti, La Rappresentante di Lista e Lo Stato Sociale. Meg, al secolo Maria Di Donna, assicura che andare in scena alle 1:05 non la spaventa "anche se a quell’ora di solito sono a letto". Al via proprio oggi con Post Nebbia, Mobrici, Giorgio Poi, Venerus e molti altri ancora, la prima edizione del MiAmi Festival da tre anni a questa parte coinvolge una novantina di realtà musicali. "Dopo questi due anni di solitudine, di ansia, di sgomento e anche di senso di morte, ho avuto l’esigenza di tornare a qualcosa che fosse vita per me e per chi m’ascolta" racconta Meg-Maria parlando del bisogno di tornare sulla strada. "Ho vissuto in Inghilterra, a Brooklin, nei Paesi Bassi. Ogni porto, per me, diventa casa. D’altronde sono una napoletana cresciuta in una città di marinai come Torre del Greco e ho un bisnonno turco che penso mi abbia trasmesso un po’ di nomadismo. Ecco perché mi definisco: Napolide".

Proprio oggi esce il nuovo singolo “Fortefragile”. "Ci sono periodi in cui mi sento invincibile e altri, invece, fragile. Col pensiero a quando le ore passavano più spensierate, mi è venuta questa frase ‘viviamo molte vite, ma viaggiamo leggeri, pane e poesia che nostalgia’ come a volermi ricordare che la vita è fatta di tanti capitoli da scrivere".

In questa visione cosa l’ha influenzata? "Mi è tornato in mente uno studio neurologico illuminante, secondo cui il nostro cervello crea nuove sinapsi solo in un caso: quando cadiamo un errore. Tant’è che in alcune scuole orientali gli errori non vengono puniti, ma premiati".

Qual è il lato più forte del suo carattere e quello più fragile? "Il più forte è quello più vitale; il lato che ama la vita, le persone, il cibo, la musica. Il più fragile, forse, quello più distruttivo, auto sabotatore, che ti riempie la testa di dubbi".

In una famiglia dove si fanno mestieri ad alto tasso intellettuale come la sua, il lavoro rimane fuori dalla porta o entra nel confronto quotidiano? "Non riuscirei a prescindere dal parlare in famiglia di filosofia, politica, relazioni sociali. Ne ho bisogno, anche perché vengo da una famiglia che è sempre stata dentro questi temi. Per mio padre lavare i piatti era un gesto politico, femminista. Una volta venne a casa l’amministratore del condominio e, davanti ad un’obiezione di mia madre sui conti di cui stavano discutendo, disse che quelle erano cose da uomini. Papà si alzò dal tavolo e lo invitò ad andarsene".