STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

L’Art Déco e la grande bellezza. Un viaggio nell’eleganza del ’900

A Palazzo Reale fino a giugno la grande esposizione con la magia degli anni Venti e dei primi anni Trenta. Da Giò Ponti per la Richard Ginori all’artista del vetro Vittorio Zecchin: così è nato anche il Made in Italy.

A Palazzo Reale fino a giugno la grande esposizione con la magia degli anni Venti e dei primi anni Trenta. Da Giò Ponti per la Richard Ginori all’artista del vetro Vittorio Zecchin: così è nato anche il Made in Italy.

A Palazzo Reale fino a giugno la grande esposizione con la magia degli anni Venti e dei primi anni Trenta. Da Giò Ponti per la Richard Ginori all’artista del vetro Vittorio Zecchin: così è nato anche il Made in Italy.

Una mostra sorprendente. Per la qualità, la quantità, di oggetti presentati, circa 250 opere. Dipinti, porcellane, tessuti pregiati di alta moda, mobili e monili preziosi. Una splendida immersione nella bellezza, nel buongusto. Fra alto artigianato artistico e produzione industriale che ha caratterizzato un decennio da "sogno", tra il 1920 e il 1930, con l’avvio, nel primo dopoguerra di uno stile, l’Art Déco (Art Déco. Il trionfo della modernità”, a Palazzo Reale sino al 29 giugno prodotta da 24 Ore Cultura) che decretò ufficialmente anche il successo delle arti decorative italiane. Il curatore, Valerio Terraroli, invita ad "uscire dall’ottica che le mostre sono fatte solo di pittura, l’arte è qualcosa di pervasivo". E osserva: "Guardando questi oggetti si capisce molto della nostra storia. Per esempio, che in momento fatto di situazioni difficili, gravi, con l’Italia diventata quasi “inconsapevolmente“, e sull’inconsapevole ci sarebbe da dire, fascista, un Mussolini eletto, l’uccisione, nel 1924, del deputato Matteotti, insomma fra tanti segnali negativi, fiorisce il Decò, che è come dire, mettiamo una maschera sugli occhi e balliamo sul vulcano senza curarci di quel che accadrà. La mostra ci porta a ragionare anche su queste contraddizioni, pur ammirando la bellezza delle produzioni".

Era, quella, anche l’epoca dell’energia pura, il momento delle prime trasmissioni radiofoniche, delle navi transatlantiche, dei dirigibili, delle Biennali e dell’Esposizione internazionale delle arti decorative, aperta a Parigi nel 1925. Che vide trionfare una generazione di talenti italiani, da Giò Ponti per le ceramiche, a Galileo Chini e Vittorio Zecchin per i vetri trasparenti e Adolfo Wildt per le sculture.

Ne è un esempio l’orcio in maiolica di Giò Ponti, “La casa degli efebi“, monumentale vaso esposto a Parigi e presente in mostra. Come i piatti in porcellana e oro a punta d’agata (Venere stracciona 1927) e altri pezzi prodotti per la Richard-Ginori. Si sancisce la nascita del Made in Italy. La moda: la donna degli anni Venti, silhouette asciutta, libera dai corsetti, è elegante e sportiva. L’allestimento è arricchito da frame cinematografici, riproduzioni di manifesti, fotografie storiche e installazioni multimediali. Aiuta a calarsi nelle atmosfere di un’epoca irripetibile, e affascinante, un mondo sospeso tra due guerre, ricco di novità creative e culto del lusso.