Ivan Cotroneo: "Dai fenicotteri ai ravioli, Milano mi piace tutta"

Lo scrittore e reigista ha reso omaggio alla città amata con “La Compagnia del Cigno“: "Quanti sogni in quelle aule così belle"

Ivan Cotroneo sul set de La Compagnia del Cigno

Ivan Cotroneo sul set de La Compagnia del Cigno

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Milano - "Se Milano mi chiama, corro" racconta Ivan Cotroneo. E la città ricambia con amore. Ideatore, regista de "La Compagnia del Cigno" scritta con Monica Rametta, serie di successo ambientata a Milano, trasmessa in prima serata su Rai 1 ogni domenica. La fiction vede protagonisti alcuni giovani musicisti, studenti del Conservatorio Verdi, musica, amicizia, desideri e delusioni in una metropoli che non ha mai smesso di sognare. 

Avete girato durante la pandemia. Com’è andata? "E’ stato molto faticoso e, nello stesso tempo, molto bello; abbiamo iniziato a girare poco prima del lockdown totale, nove giorni di ripresa e poi ci siamo fermati. Fortunatamente i nuovi protocolli sanitari per le riprese sono arrivate abbastanza presto, ad abbiamo ricominciato con distanziamento, mascherine, guanti; abbiamo fatto i tamponi frequentemente ma era importante ricominciare, soprattutto per i musicisti-attori che non solo recitano ma suonano insieme". 

Cosa ha significato per tutti voi portare a termine le riprese? "Il lavoro ha dato un’illusione di normalità e speranza per il futuro che si è rivelato più complicato del previsto. Attorno alla macchina da presa ruotano cinquanta persone, abbiamo costruito giornate lavorative per un gruppo di persone. Questo mi ha reso felice anche se il mio pensiero va a tutte le attività che non sono ancora ripartite, cinema, teatri, sale concerto". 

Come ha trovato Milano? "A fine febbraio 2020 sono rimasto impressionato, in pochi giorni tutto si è spento. Come Luca Bigazzi, direttore della fotografia, amo via Paolo Sarpi, la Fabbrica del Vapore dove abbiamo girato; zone della città che si sono chiuse per prima, hanno anticipato quello che sarebbe accaduto in tutta Italia. Quest’estate abbiamo ritrovato una Milano ferita, attenta alle regole, fiera della sua resilienza e di poter ricominciare a vivere, poi sono arrivate altre prove per tutti". 

Ha mai vissuto nel capoluogo lombardo? "In diversi momenti della mia vita. Negli anni Novanta dopo il Centro Sperimentale di Cinematografia, ho collaborato con Bompiani in via Mecenate. Ho vissuto nel 2016 per "Stasera casa Mika" il programma ideato dal cantante da me con Tiziana Martinengo e Giulio Mazzoleni, l’anno prima facevo la spola Roma Milano perché Mika incideva qui, è una città che ho visto trasformarsi per questo mi piace raccontarla". 

I suoi luoghi preferiti? "Via Sarpi e Chinatown, quelle vie ti spiegano cosa significa inclusione; puoi andare al ristorante mangiare i ravioli al vapore, entrare in un antico negozio di cappelli per comprati un panama o fare colazione in una raffinata milanesissima pasticceria, fare un salto in enoteca e passeggiare alla Martesana. Trovo splendida piazza Duse, per alcuni anni Mika ha abitato in quel quartiere, camminavamo e ci fermavamo sempre a osservare i fenicotteri rosa di Villa Invernizzi. Amo il Conservatorio con le sue aule e sale concerto, popolato dai sogni di ragazzi che provengono da tutto il Paese e dall’estero, per questo ho voluto che la nostra serie fosse ambientata qua".