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Milano, 20 ottobre 2018 - Prego diffidare dell’immagine da bello e tormentato che Irama gioca a dare sulla coloratissima copertina del nuovo album «Giovani», o con un singolo dal titolo urticante come «Bella e rovinata». In privato è solo un idolo votivo (tutto tatuaggi e crocifissi) dalla faccia pulita e l’animo leggero. Un’altra persona, magari, rispetto al ragazzone che vinse la 17esima edizione di «Amici», ma con la stessa voglia di lasciarsi stupire dalla vita, come sanno le adolescenti in tempesta ormonale che lo aspettano oggi alle 14 alla Mondadori di piazza Duomo e il 25 ottobre (alle 17) al centro commerciale Globo di Busnago.
Anche se per lui il momento della verità arriverà dal tour che il 15 e 16 dicembre lo deposita sul palco dei Magazzini Generali di Milano, il 20 marzo al Gran Teatro Morato di Brescia, il 5 aprile tra le gradinate incandescenti del Forum di Assago. Per Filippo Maria Fanti (Irama in maltese vuol dire «ritmo» ed è anche l’anagramma del suo secondo nome) «Amici» ha rappresentato il riscatto da un Sanremo Giovani andato così così (fu eliminato prima della finale) e intende godersi il successo, anche se l’idea di vendersi come interprete della sua generazione cozza col vociante stuolo di irriducibili che l’attende a piè fermo fuori dai camerini. I serpenti tatuati su braccia e ventre (in bocca un fiore di loto, simbolo di rinascita) avviluppano un’anima complessa.
«Questo disco è stato una necessità – spiega –. Nonostante il successo dell’ep “Plume”. Così sono andato in Salento e in una villa in mezzo al nulla ho iniziato a scrivere, poi sono volato in Finlandia, dove ci sono produttori bravissimi, e ancora in Italia. “Giovani” è un richiamo all’attitudine di essere tali, ma spero ci si possano ritrovare pure quelli che poi ragazzi non sono più. Per questo parlo di “Giovani per sempre”, alludendo a persone che, indipendentemente dall’età, non hanno perso la voglia di mettersi in gioco, crescere, maturare. Sono il primo a sperare di non perdere la scintilla che spinge a cambiare e a migliorarsi». Sanremo? «Su quel palco s’incrociano storie importanti, anche se la musica a volte è un po’ di plastica, artefatta. Non è un mio obiettivo, ma non ho niente contro. Quindi mai dire mai».