Il docente universitario: “Il malumore ci fa ammalare. Ecco come l’ottimismo e il sorriso possono guarirci”

Gian Maria Bianchi, da 16 anni titolare della cattedra di Intelligenza Emotiva alla Liuc, rivela i segreti e le pratiche quotidiane che possono riportarci a una vita a colori

Gian Maria Bianchi in un'ironica immagine di se stesso

Gian Maria Bianchi in un'ironica immagine di se stesso

Milano - Il buonumore, o se preferite l’ottimismo, aiuta non solo nella pratica quotidiana, ma anche nella conservazione e nel miglioramento della salute. Ci può guarire, insomma, da molti malesseri psicosomatici quotidiani. Lo assicura Gian Maria Bianchi, da 16 anni titolare della cattedra di “Intelligenza Emotiva e Relazionale” alla scuola di Economia e Management dell’Università Cattaneo Liuc. Bianchi, che è anche scrittore, poeta e apprezzato autore di album musicali sulla vecchia Milano, ha addirittura raccolto la sua tesi in un libro (“Le magiche cure del dr. Buonumore: pratiche quotidiane per una bella vita“), pubblicato su Amazon.

Come le è venuta l’idea di scrivere un libro sul buonumore?

"Attingendo dall’esperienza personale. Mi sono accorto che, quando mettevo in atto certi comportamenti, il mio umore migliorava e allora ho cominciato a fare un po’ di ricerca empirica, domandando ad altri se anche per loro funzionava. Verificato che funzionava anche per gli altri mi sono messo a scrivere. In realtà è successo dopo che mi sono imbattuto in Voltaire?”

Voltaire? 

"Si, Voltaire diceva: “la decisione più importante che prendo ogni mattina è quella di essere di buon umore.” Ma allora, se è una decisione, vuol dire che posso fare qualche cosa per migliorare il mio umore. E quindi ho cercato di mettere insieme un metodo, sfruttando la mia esperienza di insegnante e formatore. Per chi funziona? Per quasi tutti. Nel mio lavoro di coach e di docente universitario incontro persone di tutte le età e nell’attività di volontario gente in situazioni estreme. Volevo capire se il buonumore fosse “attivabile” volontariamente sia da un ventenne che da un cinquantenne ma anche da un anziano malato o da un detenuto".

Perché “quasi tutti”?

"Alcuni hanno insondabili resistenze al cambiamento, paura di uscire dalla zona di confort, rigidità inscalfibili. Su certi soggetti il metodo non funziona. Altri, come accenno nel libro, vivono condizioni di malattia, miseria, violenza, solitudine dalle quali è strutturalmente difficilissimo uscire. Il buonumore non risolve ma aiuta. Dunque, come si fa? Si deve praticare, con regolarità, in modo da farle diventare abitudini, l’apprezzamento, la gratitudine, la gentilezza, la generosità e il ridere consapevole. E poi imparare le tecniche per relativizzare le preoccupazioni e a utilizzare l’incontro con Natura e Bellezza come trampolino per vedere la meraviglia della vita e del mondo”.

Può fare un esempio pratico?

"L’apprezzamento è la capacità, che si può sviluppare e allenare, di vedere cosa c’è nella parte mezza piena del bicchiere (che è sempre mezzo vuoto e mezzo pieno). Se io riesco a concentrare la mia attenzione su quello che c’è di buono, che funziona nella mia vita, il mio umore migliora. È come se vedessi cose che prima non riuscivo a vedere”.

Quali sono i vantaggi del padroneggiare queste pratiche?

"Il buonumore è un compagno di viaggio quotidiano che non vuole strafare: non è nemmeno un lontano parente della felicità; è un cugino di secondo grado della gioia, che assomiglia all’allegria. Attraverso la sua frequentazione la vita diventa un po’ più leggera, l’ottimismo prevale sul pessimismo e la salute migliora”.

In che senso?

"Aumenta la serotonina e migliorano le difese immunitarie, diminuisce la fame psicologica, migliora la qualità del sonno e molto altro. Il buonumore è un toccasana. Oltretutto il buonumore è uno stato d’animo e quindi si trasmette agli altri. Le persone che sono stabilmente di buon umore sono socialmente ricercatissime".

Il suo consiglio?

"Letto il libro, cominciate ad applicarne i suggerimenti, allenatevi, regalatelo a chi è di cattivo umore. Oppure iscrivetevi a un corso online su contatti@openhs.it oppure dr.buonumore@openhs.it”

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