
Al PAC la prima antologica dedicata al duo italo americano Lovett-Codagnone. Dalla bandiera americana “nera“ senza stelle e strisce alla barriera metallica.
É una pratica artistica che sfugge alle classificazioni solite poichè usa diversi mezzi, dalla fotografia alla scultura, dal video alll’installazione e alle perfomance. Ma che pone al centro riflessioni su identità, potere, relazioni sociali, politica. Libertà. Verità. Il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea presenta I Only Want You To Love Me, la prima antologica (sino al 14 settembre) dedicata a Lovett/Codagnone (alla memoria di Codagnone morto nel 2019), duo di artisti formatosi nel 1995 e composto da John Lovett (Allentown, Pennsylvania, 1962) e Alessandro Codagnone (Milano, 1967 - New Jersey, 2019).
Il percorso espositivo si apre nella prima sala con Love Vigilantes (2007), un’installazione di specchi neri di diverse dimensioni che compone una sorta di skyline a parete su cui figurano delle citazioni discontinue, tratte da The Temporary Autonomous Zone, Ontological Anarchy, Poetic Terrorism di Hakim Bey, che parlano di amore come insurrezione, desiderio che si fa rivolta. In Stripped, nella stessa sala, c’è una bandiera americana completamente nera, senza stelle e strisce, trasformata in un drappo funebre. Difficile non leggervi una critica sulla situazione politica degli Stati Uniti. A corredo della mostra i visitatori troveranno una guida ben realizzata che facilita la visita.
Truth Is Born of the Times, not of Authority (2012) è un’installazione site-specific che fu concepita per la personale di Lovett/Codagnone nel Museo Marino Marini, sviluppata con un doppio registro, visivo e sonoro. Richiama ad un’atmosfera quasi carceraria. All’installazione si accede attraverso una barriera di rete metallica dal titolo You Must Not Want to See Everything (2012). Al di là di questa frontiera, tre rotoli di filo spinato fungono da casse sonore e diffondono un brano dei Candidate, band fondata da Lovett e Codagnone con il musicista Michele Pauli dei Casino Royal.
Infine, tra le altre opere, anche Drift, una serie di foto scattate negli States, paesaggi stranianti, sospesi. Come tutta la mostra. St.Con.