STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

I flash del principe della fotografia. Fra cinema, moda e avanguardie

Palazzo Reale ospita in prima italiana la mostra dedicata a George Hoyningen Huene con oltre cento scatti

Palazzo Reale ospita in prima italiana la mostra dedicata a George Hoyningen Huene con oltre cento scatti

Palazzo Reale ospita in prima italiana la mostra dedicata a George Hoyningen Huene con oltre cento scatti

É stato uno pionieri della fotografia di moda, tra i primi negli anni ’20 e ’30 a catturare lo stile senza tempo delle case di moda haute couture di Parigi. Chanel, Balenciaga, Schiaparelli. Considerato il "principe della fotografia", George Hoyningen-Huene (nella foto), definito da Richard Avendon "un genio, il maestro di tutti noi" riusciì ad imporsi con un suo stile, realizzando servizi innovativi per l’epoca, con un’estetica influenzata dall’arte classica e dal Surrealismo, mentre era capo fotografo di Vogue Francia, carica che ricoprì dal 1926 al 1936. Ora una mostra a Palazzo Reale (George Hoyningen-Huene. Glamour e avanguardia promossa da Comune di Milano- Palazzo Reale e CMS, catalogo Moebius), lo celebra a 125 anni dalla sua nascita, presentandolo per la prima volta al pubblico italiano. Cento fotografie allestite nell’appartamento dei Principi a Palazzo Reale, distribuite in dieci diverse sezioni, con stampe al platino che sottolineano l’uso originale delle tecniche di stampa e le influenze artistiche che ne segnarono il lavoro.

Nato a San Pietroburgo, da antica famiglia nobile, la fortuna di George "fu quella di avere due belle sorelle, un’altrettanto splendida madre che si rifornivano di abiti di alta moda a Pagiri - racconta la curatrice Susanna Brown, per 12 anni curatrice del Victoria & Albert Museum di Londra - e di poter contare su una famiglia abituata a viaggiare in lungo e largo per l’Europa frequentando i luoghi di gran moda nel jet-set. Trasferitosi a Parigi inizia la carriera come illustratore delle collezioni delle sorelle". Infatti, dopo la rivoluzione d’ottobre, con la famiglia lascia la Russia, e dopo una tappa a Londra arriva nel 1920 a Parigi.Qui stringe amicizie importanti entrando a far parte di una ristretta cerchia di artisti e intellettuali, da Man Ray ai surrealisti come Dalì, Picasso, Cocteau. "Sviluppa una sua cifra stilistica - continua Brown -. Poteva d’altronde contare su una grande conoscenza della storia dell’arte grazie alle visite private con il curatore dell’Ermitage, amico di famiglia. Già allora le sue preferenze erano indirizzate verso Michelangelo e all’insegna di ideali classici, di equilibrio, armonia, compostezza".

Canoni classici che si ammirano nelle foto di corpi avvolti da drappeggi e scolpiti dalla luce, ripresi in pose scultoree, a testimoniare la fascinazione di Huene per la bellezza ideale e le proporzioni perfette. Anche il nudo maschile, soggetto interpretato spesso attraverso un’illuminazione a luce diffusa e una cura esasperata della composizione (In Sculture di Luce, Nudo sudanese, 1937, pare una statua greca), mostra la profonda ammirazione di Huene per l’arte e l’architettura classica. Fra i modelli preferiti il suo compagno e protégé, Horst P. Horst. Una carriera luminosa, quella di Huene, fra arte e cinema. Da Vogue passa alla redazione di Harper’s Bazaar, nel 1936 e, dieci anni dopo, nel 1946, è a Hollywood, come consulente del colore, dove si afferma come ritrattista di divi, da Gary Cooper a Marlene Dietrich. In quegli anni stringe amicizia con Sofia Loren (Il diavolo in calzoncini rosa) nel film diretto dal premio Oscar George Cukor.

Ma fra tutte le immagini resta leggendaria Tuffatori: due nuotatori presi di profilo, l’amante Horst, l’amica Lee Miller, su quello che sembra un molo proteso verso il Mediterraneo. Sono, invece, sul tetto dello studio parigino di George. Trucchi del "mestiere". Che usava per realizzare foto capolavoro. E consegnarsi alla Storia.