Una Rondine che fa primavera, Giovanni Sala torna alla Scala: "Un’emozione e un privilegio"

Il giovane tenore interpreta il ruolo di Prunier nello spettacolo in scena dal 4 al 20 aprile "È bello far rivivere un titolo poco conosciuto; l’opera di Puccini è frizzante, leggera, magica "

Giovanni Sala

Giovanni Sala

Milano, 31 marzo 2024 – Un talento fuori dal comune, una simpatia immediata fanno di Giovanni Sala l’antidivo per eccellenza. Il giovane tenore è fra i protagonisti nel ruolo di Prunier in “La Rondine” di Giacomo Puccini al Teatro alla Scala, sul podio Riccardo Chailly; una nuova produzione con la regia di Irina Brook. Con lui Mariangela Sicilia, Rosalia Cid, Matteo Lippi, Pietro Spagnoli. In scena dal 4 al 20 aprile, lo spettacolo sarà ripreso dalle telecamere di Rai Cultura e trasmesso in differita da Rai5; Radio3 trasmetterà la prima rappresentazione in diretta il 4 aprile poi in differita sul circuito Euroradio. Sala racconta: "Sono così felice di lavorare sotto la direzione del Maestro Chailly e con Irina, alla Scala ho già cantato diverse volte, qui mi sembra di essere a casa, mio padre cantava nel coro scaligero, conosco tutti fin da quand’ero bambino".

Bentornato alla Scala Maestro.

"Ogni volta che vi ritorno la trovo fantastica, tutti al mondo la conoscono; tornarci come cantante è un privilegio, ne sono profondamente consapevole".

La Rondine è un’opera poco rappresentata.

"È bello far rivivere un titolo poco conosciuto; l’opera è frizzante, leggera, magica, con momenti musicali commoventi. Puccini riesce sempre a calibrare la parte drammatica con quella gioiosa. Magda, soprano e protagonista, abbandona Ruggero, il suo amato, perché abbia la possibilità di costruirsi un’altra vita. Nell’opera si sente l’aria di Parigi e dei suoi locali dove si balla, si fa musica; gli atti sono compatti, non si perde mai l’attenzione".

Lei interpreta Prunier.

"Non riuscivo a inquadrarlo finché Irina mi ha suggerito “fluidità”. In effetti è ambiguo e opportunista, non sa da che parte stare; si finge innamorato di Lisette, cameriera di Magda, ma la tratta male. È un poeta alla ricerca della fama che non avrà mai".

È considerato una delle voci più interessanti delle nuovi generazioni liriche internazionali.

"Cerco di dare il meglio di me, mi piace dare sempre qualcosa nei timbri e nei colori della mia voce. Le buone recensioni mi lusingano ma non sono la cosa più importante, voglio essere un musicista non solo un cantante. È ciò che mi hanno insegnato i miei genitori".

Con loro avete formato il “Gruppo vocale Famiglia Sala”.

"In casa nostra la musica è sempre stata presente, come il pane, nessuno ce l’ha mai imposta. Quando da ragazzi abbiamo scoperto la gioia di cantare insieme abbiamo formato il Gruppo. Siamo cinque fratelli, una famiglia molto unita, abbiamo cominciato a esibirci. Alcuni di noi hanno poi scelto il canto come professione. Una cosa è certa: quando ci ritroviamo ci piace cantare di nuovo insieme con estrema naturalezza. Volevo iscrivermi a Medicina, meno male che non sono passato al test".

Cosa canta al suo bimbo prima di dormire?

"Dato il mio lavoro, è Marta, mia moglie, a cantargli la ninnananna, se ci sono io canto quella di Schubert. Davide ha 21 mesi, se sente il pianoforte si blocca; le sue passioni sono la musica e le auto, quando cantiamo arie o canzoni inseriamo frasi che finiscono in “brum, brum”. Adora ascoltarmi studiare, conosce a memoria alcune melodie della Rondine. Quando gioca canta l’attacco della Quinta di Beethoven “Ta, ta, ta” e spesso intona il tema del “Lago dei Cigni”".