Gennaro Malgieri
Cultura e Spettacoli

IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI - L’utopia del sapere universale e la nascita della Treccani

Che Giovanni Gentile sia stato il più grande filosofo italiano del Novecento è ormai scontato anche per chi a lungo lo ha avversato. Allo stesso tempo nessuno gli nega più il merito di intelligente ed operoso organizzatore di cultura

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 8 maggio 2015 - Che Giovanni Gentile sia stato il più grande filosofo italiano del Novecento è ormai scontato anche per chi a lungo lo ha avversato. Allo stesso tempo nessuno gli nega più il merito di intelligente ed operoso organizzatore di cultura. Molti sono stati i campi d’azione che Gentile ha proficuamente arato, ma uno in particolare è destinato a restare nella memoria degli italiani come il suo capolavoro scientifico volto alla edificazione di un monumentale compendio di conoscenze non inficiato dall’ideologia, ma plurale il senso pieno e classico: l’Enciclopedia italiana, altrimenti detta Treccani dal nome del mecenate che Gentile incontrò sulla sua strada, or sono novant’anni, e che con lui progettò l’opera che avrebbe mutato l’approccio ai saperi. Alla vicenda dedica un approfondito saggio Alessandra Cavaterra che ne ricostruisce le fasi in maniera minuziosa. Il 18 febbraio 1925 venne costituito l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana dal quale sarebbe gemmata l’opera la cui prima edizione avrebbe visto la luce nel 1929. Quattro anni di duro lavoro al quale si ingegnarono per volontà dello stesso Gentile studiosi di tutte le discipline, senza riguardo ai loro orientamenti ideologici, e dunque liberi di potersi esprimere; quattro anni che fruttarono un’opera magnifica che sta ad altre analoghe - l’Enciclopedia britannica innanzitutto - per ampiezza di argomenti e profondità scientifica. Il fondatore, Giovanni Treccani e l’ “anima” dell’impresa, Gentile, furono immediatamente d’accordo nel coinvolgere nella redazione dell’Enciclopedia larga parte dell’intellettualità italiana che, come scrive la Cavaterra “in tal modo poteva accreditarsi agli occhi del pubblico come una realizzazione non solo di solida scienza, ma anche come uno dei tentativi più riusciti di creare uno strumento di confronto tra diverse scuole di pensiero in tutti i campi, confronto comunque sempre ricondotto nell’alveo dell’antieclettismo”. Con Gentile, che ne era il direttore scientifico, collaborarono Tumminelli quale direttore editoriale, Blanc, Bonfante, Cadorna, De Stefani, De Sanctis, Einaudi, Grassi, Marchiafava, Longhi, Martini, Ojetti, Salata, Scialoja, Sraffa, Thaon di Revel, Tittoni; redattore capo dell’opera fu il filosofo del linguaggio Pagliaro. Gentile, chiamò inoltre a redigere le “voci” 3.266 studiosi di diverso orientamento, poiché, lo scopo era quello di coinvolgere tutta la migliore cultura nazionale, compresi, come è stato autorevolmente notato, molti studiosi ebrei o notoriamente antifascisti che dalla collaborazione ebbero spesso il loro unico sostentamento. Indiscutibile, dunque, fu l’autonomia che Gentile riuscì a mantenere rispetto al regime. Sessantamila voci principali e 240.000 secondarie, costituirono l’impianto dei 35 volumi di testo e uno di indici. Un’opera imponente materialmente e culturalmente insuperata. ALESSANDRA CAVATERRA, La rivoluzione culturale di Giovanni Gentile, Cantagalli editore