
Thema (a sinistra) e Strano, presentano “Uppercut”
Milano, 25 ottobre 2016 - Come Balboa. In cima ai settantadue gradini della scalinata del Museum of Art di Philadelphia, quella su cui Rocky alza i pugni al cielo perché lassù c’è qualcuno che l’ama, ai Gemelli DiVersi non servono le note squillanti della sempiterna “Gonna fly now” di Bill Conti, ma le 12 canzoni di “Uppercut” il nuovo album che la coppia pop-rap milanese presenta il 27 ottobre (alle 18) alla Mondadori di Via Marghera. «Non importa quante volte cadi, ma quante trovi la forza di rialzarti», spiegano Thema e Strano, al secolo Emanuele Busnaghi e Francesco Stranges. «La boxe è una formidabile scuola di vita. Ce ne siamo resi conto tre anni fa, quando l’uscita dal gruppo di Grido e Thg ci ha mandati al tappeto. È stato un colpo durissimo, da togliere il respiro, ma non la voglia di reagire, di guardarci negli occhi e di ricordarci che siamo quelli di “Un attimo ancora” e di “Mary”. Ora stiamo di nuovo in piedi e non sarà facile ributtarci giù».
Perché avete scelto la metafora del pugilato?
«Perché in questi periodi funesti in cui imperversano l’Ultimate Fighting e l’MMA, che sono sport da bestie, fatti di violenza gratuita e spruzzi di sangue dappertutto, come fai a non apprezzare la nobile arte della boxe? Se il primo singolo è stato “La fiamma”, il secondo sarà la stessa “Uppercut”, scritta attorno su un refrain che citia Carnera, Alì, Tyson, ma pure fuoriclasse dei giorni nostri come Maywheather o Paquiao».
Il lato tenero di Tyson sta nel fatto che giù dal ring allevava piccioni. E il vostro?
«Pezzi come “La fiamma” o “Un soffio dal traguardo” ad una prima lettura possono sembrare semplici canzoni d’amore, ma ad una seconda puoi percepire svariate sfumature e trovare messaggi di speranza, di resistenza, di forza. E poi c’è quella dichiarazione d’amore per Milano che è “Via Melzi D’Eril”».
È stata così dura rialzarsi?
«Ci siamo rimessi in gioco con tutte le nostre forze in un giro di concerti che sono stati la nostra fortuna, perché ci hanno fatto capire che avremmo potuto farcela. D’altronde la storia della musica è piena di band che si sono trovate a dover stringere i denti per sopravvivere a separazioni dolorose. Basta pensare agli Ac/Dc, ai Guns N’Roses, ai Kiss o agli stessi Take That».
I concerti arriveranno la prossima primavera, intanto ci sono gli instore.
«Già, la società è cambiata e oggi sono pure gli autografi e i selfie a muovere il mercato del disco. In questo mondo creato dalla tv, perfino gli showcase nelle discoteche sono regolati da contratti che esigono, oltre all’esibizione, un’ora di foto con i fans, perché i ragazzi pagano il biglietto sì per ascoltarti, ma soprattutto per immortalarsi con te. Duro da dirsi, ma oggi l’immagine è tutto e non vale più tanto quel che fai, ma quanti minuti passi davanti alla telecamera”. Per Thema e Strano, un altro uppercut.