CRISTIANA MARIANI
Cultura e Spettacoli

“Finti soldout nella musica? Il mercato è dopato da anni, l’importante è vendere. Può cambiare qualcosa solo per questioni economiche”

Il milanese Fulvio De Rosa, organizzatore di grandi eventi e responsabile fra gli altri di Rugby Sound, Mantova Summer Festival, Nxt Bergamo e Alguer Music Festival racconta il mondo dei concerti

Fulvio De Rosa, fra i più importanti organizzatori di eventi musicali in Italia

Fulvio De Rosa, fra i più importanti organizzatori di eventi musicali in Italia

Milano, 12 luglio 2025 – Rugby Sound, Mantova Summer Festival, Alguer Music Festival, Nxt Bergamo: dietro alcuni dei festival musicali estivi più importanti d’Italia c’è una grande e composita squadra coordinata dalla stessa persona. Fulvio De Rosa è uno dei massimi esperti italiani di organizzazione di eventi musicali.

Fulvio, quale è la caratteristica principale che deve avere chi vuole riuscire a gestire tutto questo?

“Una ricetta segreta non esiste, è un mix di fattori, di background, di sensibilità e di valori. È un insieme anche delle persone che si affiancano a te e condividono quello che fai. Quando inizi a diversificare le proposte, devi necessariamente ampliare il tuo orizzonte ed è proprio questa una caratteristica indispensabile: la differenziazione. Il nostro percorso ci ha portato a uscire da Milano: sono milanese, ma questa non è la città in cui sono riuscito ad affermarmi perché le grosse società hanno preso le redini del settore. Nei piccoli centri è stato più facile. Stiamo cercando di replicare i nostri modelli e portare le nostre proposte in tutte le città, ma facendo qualcosa cucita sul contesto. Quando si va a fare un sopralluogo in una location, spesso è necessario usare fantasia e creatività: bisogna immaginare e respirare quello che sarà”.

La sua data preferita fra tutte quelle organizzate quest’estate?

“Noi siamo molto un gruppo molto karmico, perciò non posso non citare il concerto di Santana il 2 luglio a Mantova. È l’artista che ci sta gratificando di più. È la data che ha dato l’avvio al Mantova Summer Festival e in più il 2 luglio è il compleanno del mio socio, che è mancato due anni fa. Una menzione particolare va al live di Manu Chao, a Villa Erba e ad Alghero: ogni volta con lui è un’emozione incredibile. È un artista sempre molto coerente con se stesso e molto attuale”.

Quanto tempo prima si parte per organizzare un concerto di questo livello?

“Per avere Carlos Santana e altri ospiti internazionali si inizia un anno prima a imbastire contatti e proposte. Per riuscire anche a vedere il mercato in anticipo servono lavoro con le Amministrazioni comunali e visione. C’è chi sta addirittura programmando le stagioni 2027-2028 e chi sta lavorando già persino in vista del 2029. Il calendario del grandi eventi del 2026, ad esempio, è già quasi tutto pieno”.

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Cosa pensa delle recenti polemiche sui finti soldout di alcuni artisti?

"Vivo tutto questo con speranza. Il doping in questo mercato ha avuto l’avvento molti anni fa. Sono sempre modelli che arrivano dagli Stati Uniti. Le società di ticketing possiedono quelle che organizzano concerti, perciò l’intento primario non può che essere quello di vendere biglietti e ricavare commissioni. All’inizio non avevamo ben percepito le dinamiche di questo giro, poi sono diventate chiare. Finché il sistema regge tutti zitti, adesso forse le pance cominciano ad essere vuote e quindi cominciano le lamentele. Adesso c’è più consapevolezza nel pubblico e si è andati più a scavare. C’è una parte del sistema dopato. Non è tanto il fatto di dichiarare il soldout di un concerto a pesare, ma il percorso di accentramento territoriale, con sempre le stesse venue ovvero Milano, Roma, la Reggia di Caserta, l’Arena di Verona. Servono strutture organizzative più grandi”. 

Qualcosa dopo questo polverone potrebbe cambiare?

“Potrebbe, ma non per lo scandalo. Se un cambiamento arrivasse, sarebbe perché quel modello ha prodotto danni notevoli economici a qualcuno. Prima era l’artista ad andare in tour su più palchi possibili, ora l’artista, o il management, dice allo spettatore: ‘Io sono a casa mia, se vuoi vieni a seguirmi’. L’artista, o il suo staff, aspetta che l’Italia vada in tour per vederlo. E andare a vedere un concerto costa ormai tanto. Questo impatta sulle economie delle famiglie. In più questo sistema ha abituato il pubblico di giovane età che la musica live è solo quella e tutto il resto che è sotto (club, disco, venue piccole, ndr) viene abbandonato. C’è un impoverimento anche culturale dei territori. I fan però perdonano tutto ai loro beniamini e questo fa in modo che il sistema prosegua”.

Lei ha organizzato negli anni moltissimi concerti, qualche artista che sogna di aggiungere al suo palmarès?

"In assoluto Vasco Rossi. Vorrei partecipare all’organizzazione di un suo concerto. Lui mi manca, è il re. Provo ogni anno anche a collaborare con Jovanotti. Chissà che in futuro...”.