Il Giubileo del 2025, il secondo nell’era di Papa Francesco, al via il 24 dicembre 2024 con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, ha come tema la speranza che non tramonta. "Ma non se ne sta ancora parlando granché, forse perché ce n’è poca, di speranza, nel mondo. E sembra non si vogliano investire molte energie in questo evento, tranne che a Roma: solo la capitale si sta rifacendo il look, a guardare piazze e monumenti ancora impacchettati dai restauri", commenta don Luigi Garbini. Eminente musicologo, e vice parroco a san Marco a Milano (che ospitò pure Mozart), dove dalle 19.30 alle 21 di oggi propone “Jubilee Sound Project Nuova musica per nuove orecchie”. In effetti, il primo progetto di questo tipo, soprattutto il primo tentativo di produrre musica appositamente scritta e realizzata per un ambiente come la chiesa. Ambient music, vien da dire, alla Brian Eno. Che negli anni Settanta si era convinto che la musica potesse distorcere la percezione del tempo e si era impegnato a far nascere un nuovo genere di colonna sonora. Studiata per accompagnare spazi più che immagini. Allora, nei febbrili aeroporti, dove disporre il viaggiatore in uno stato di tranquillità, di extra-ascolto, in un viaggio infinito in una realtà extra- terrena in grado di offrire ad ogni ascolto qualcosa di nuovo e di diverso...
Ora, per ritrovare il senso della sacralità in edifici frequentati per lo più dai turisti? "La sete di novità, di occupazione del tempo libero ha invaso ogni luogo dell’Europa - dice don Luigi Garbini - Anche le chiese, specie quelle italiane ricche di grande storia ed arte, sono incluse nei tour. A Milano si è visto l’incremento di numeri dopo Expo. Inevitabilmente, ciò produce flussi di persone che non aiutano a mantenere le chiese come oasi di raccoglimento nel caos urbano. Visto che il silenzio non si può sempre ottenere, abbiamo pensato di raggiungere l’obiettivo con una certa musica. Una musica che invece di aggiungere informazioni avrebbe dovuto sottrarne gran parte. Per esprimerci con il motto di Browning, ripreso anche da Mies van der Rohe: less is more, la semplicità è preferibile".
Nel ribadire l’aforisma, don Luigi spiega che la musica tratta dalla letteratura per organo, oppure dalla grande tradizione polifonica, e diffusa finora nelle chiese, è troppo ricca di informazioni, a volte veicola un’idea di trascendente ornamentale, sovrastante il soggetto che prega. Perciò, cosa ha ideato con l’amico Roberto Cacciapaglia? "Lui con l’ingrediente del pianoforte, io con suoni sintetici, abbiamo composto ciascuno 8 tracce (durate brevi le mie, le sue più dilatate), ma che rispondono tutte alla medesima esigenza di sottrazione. Suoni che arrivino all’orecchio senza condurre immediatamente in un’unica direzione, ma concedano più strade, lo spazio necessario per raggiungere la nostra unione con il trascendente. Nuovi suoni per “nuove” orecchie, inevitabilmente quelle di tutti noi che abbiamo mutato nel tempo la capacità di recepire e decodificare le informazioni. Sabato, disposte diverse sorgenti lungo la navata, in coro e nelle cappelle laterali, questa musica riempirà tutti gli spazi di san Marco". Funzioneranno queste tracce? Se dal test risulteranno utili allo scopo, il desiderio è che siano diffuse, scaricate gratuitamente da una piattaforma web che sarà disposta. In programma, anche una presentazione del progetto a Roma.